Sfidano i diktat della moda e segnalano il ritorno di una silhouette morbida. Quattro modelle oversize e l’orgoglio di posare mettendo in mostra curve e rotondità
Cominciamo dando i numeri: 38 è la taglia delle modelle scelte dagli stilisti per le canoniche sfilate di prêt à porter; 40 quella che è stata attribuita alla “categoria” nostrana delle veline; la 42, invece, è quella più affine al mondo delle attrici da red carpet. Ma da monitorare perché non “sfori”. L’ideale sembra essere la 44, con tutte le sue belle curve al posto giusto. Se si passa alla 46 entriamo nel regno delle cosiddette “taglie morbide”. Definite anche “conformate” nel gergo modaiolo. Quella aborrita dalle diafane vestali del fisico esangue. Con buona pace di queste signore grissino ora “dalla 44 in su” sta diventando il nuovo canone di riferimento del mondo dell’immagine. “Every body is beautiful” squillava in copertina V Magazine n. 63. Con ritratto in bianco e nero di Gabby Sidibe, l’attrice XXL di colore protagonista del film Precious. Si trattava della Size Issue della patinatissima rivista Usa; al suo interno modelle dalle forme morbide e dolci come quelle di un bunet e un mont blanc risultavano iper glamour all’insegna di “Avanti curve”. Sette con le immagini di questo servizio fotografico conferma il potere seduttivo di donne dalle forme opulente. «La moda è tiranna, ma l’Eros segue strade e percorsi differenti, a volte imprevedibili», afferma la scrittrice Dacia Maraini (vedi box a pag. 76), riferendosi alla differenza tra un’immagine che si vuol dare come canonica e la realtà: alla maggior parte degli uomini piacciono donne in carne; il modello top model è ancorato ai maschi della “Milano da bere”.
Dello stesso parere di Maraini è Elio Fiorucci. Da designer afferma. «Una ragazza magra indossa, e nel caso delle modelle sfila, perfettamente un abito. Ecco la tirannia della moda. Trovo però un malinteso l’equazione eleganza uguale magrezza. In passerella può funzionare, nella realtà meno. Ricordiamoci la cultura italiana: donne formose, maggiorate. Come Loren, Lollobrigida, Mangano», sottolinea Fiorucci. Si illumina: «Cosa c’è di meglio di abbracciare una donna espressione di buona salute, seno prorompente e glutei torniti?». Ma saranno facili da fotografare? Il mago dell’obbiettivo Giovanni Gastel si schermisce. «Siamo innocenti », dice scherzando. «Ci danno le collezioni di abiti da fotografare. Dobbiamo scegliere delle modelle che possano indossarli. Ma il corpo femminile può essere sensuale anche se non in “taglia” sfilata»; Gastel cita un libro di immagini del fotografo Irving Penn. «Earthly Bodies. Irving Penn’s Nudes 1949- 1950 dimostra come una donna possa essere affascinante e conturbante al di là della taglia».
“RITOCCHINI” AL PHOTOSHOP – La dimostrazione che siamo di fronte a un vero cambiamento non solo estetico, ma dai contenuti sociali forti arriva da ogni parte. Il corpo femminile, ma anche maschile, non può essere solo quello che si vede riprodotto sulle campagne pubblicitarie. Gran bufera ha suscitato il “ritocco” con photoshop realizzato per la campagna del marchio Blu Label di Ralph Lauren. Protagonista la modella Filippa Hamilton, taglia 44: grazie al “ritocchino” attraverso il computer veniva assottigliata “di brutto”. Il risultato, riportava il Daily Mail, ha spinto i responsabili della celebre griffe Usa a fare le scuse pubbliche “condannando” una fotografia che dava «un’immagine molto distorta del corpo femminile». Certo le esigenze di passerella ma anche di scena a volte ri-chiedonoimpongono il cosiddetto physique du rôle. Di dicembre la querelle innescata dal regista Franco Zeffirelli in occasione della sua Traviata all’Opera di Roma, per la quale definì il soprano Daniela Dessì «una signora ben piazzata», non adatta per la sua visione del titolo verdiano. Casi estremi da showbiz-system. «La moda, lo star system in realtà sono il tramite per raccontare dei cambiamenti in atto nell’intera società. Pensiamo a Callas: opulenta, dimagrisce per emulare Hepburn», spiega l’architetto, creativo della scena e osservatore dei cambiamenti Quirino Conti. «Le donne dall’allure decorativa come Marella Agnelli oggi hanno lasciato il posto a figure che rispondono alle richieste di una “maschilità” nel senso più classico del termine. Ma il ritorno di donne opulente è legato ai cambiamenti ciclici della storia. Le forme tornite in voga oggi esorcizzano le ansie del momento», precisa Conti. Donne esangui, donne dalle forme morbide; anoressia e bulimia; dagli States giunge il grido d’allarme contro l’obesità, problema che colpisce anche il 34,2% degli italiani, specialmente maschi. «Le donne troppo magre o troppo grasse sono le più infelici», spiega il sociologo Enrico Finzi. «Quelle leggermente sovrappeso, o dalle taglie morbide (parliamo di taglie 44 e 46, ndr) sono quelle più serene. Il problema è che manca un’adeguata risposta da parte del mondo della moda. Ci sono collezioni pensate ad hoc. Ma spesso la scelta è limitata. Questo penalizza un mercato importante in cui si potrebbe investire». I dati parlano chiaro. «Si parla di un giro d’affari di 4,8 miliardi di euro annui solo in Italia», rivela Francesco Casile, ideatore di 46 52 Plusize, fiera milanese dedicata al settore taglie morbide nata nel 2006 e chiusasi nel 2008; a Parigi e Düsseldorf, trovano invece spazio So Sweet e Big is Beautiful. «Questo è il 25esimo anno di vita di Elena Mirò», dice Mauro Davico, direttore comunicazione Gruppo Miroglio nato proprio all’insegna di coniugare glamour e forme morbide. «Si sta finalmente muovendo qualcosa. Sul nostro portale www.elenamiro. com oggi le donne over 44 si confrontano e parlano. E ancora prima che la rivista Glamour Usa immortalasse Lizzi Miller con le sue rotondità senza veli era già una nostra top». Ma allora meglio essere magre o formose? «Essere una modella professionista significa investire sul proprio corpo: capacità di alimentarsi e di gestire la propria vita», dice il nutrizionista Nicola Sorrentino. «Perfetto per una modella. Ma anche per qualunque persona. Nel Nord Italia c’è più il mito della magrezza rispetto al Sud. Resta il fatto che oltre il 50% dei maschi italici preferisce le donne con le forme. Recente è anche la notizia dagli States (si tratta di ricerche dell’Harvard Medical School) che le donne formose con il lato b generoso sono più protette da alcune patologie gravi». Qualcuno ancora dica che grasso non è bello.
Gianluca Bauzano
Alessandra Minelli. Napoletana, 25 anni, neolaureata in Business Administration alla Bocconi. «Mi piacciono le mie rotondità e cerco di valorizzarle. Ho cominciato a fare la modella per rivincita. Volevo che altre donne potessero riconoscersi in modo positivo in un esempio “oversize”. Mi piace dimostrare come un fisico sinuoso possa essere femminile e sensuale. È giusto che il corpo delle donne venga rappresentato in tutte le sue svariate incarnazioni» (foto di Andrea Garuti)
Alessandra Mareschi. Ha 21 anni, è di Torino, frequenta la facoltà di Psicologia, colleziona libri di ricette. «L’attrazione fatale per la buona tavola mi ha creato qualche problema in passato. Non riuscivo a conciliare la mia immagine cicciottella con l’ideale socialmente condiviso di femminilità. Crescendo, il rapporto con il mio corpo è migliorato e oggi sto allegramente bene nella mia taglia 46. Il lavoro di modella è stato un punto di svolta che mi ha fatto sentire finalmente bella “a modo mio”, senza più il bisogno di omologarmi a un unico modello» (foto di Andrea Garuti)
Aija Barzdina. Nata a Riga, in Lettonia, il 30 agosto 1980. «Ho cominciato la carriera di modella nel circuito tradizionale. Ma le mie misure 90-60-90 non andavano bene. Le agenzie mi dicevano continuamente che dovevo dimagrire. Ma io, sotto una certa taglia, non riuscivo proprio ad andare. Poi, per caso, ho fatto un casting per un marchio di taglie conformate, Elena Mirò, e oggi sono il volto della campagna che festeggia i 25 anni dell’etichetta. Una vera soddisfazione» (foto di Andrea Garuti)
Che belle queste modelle!Sone delle donne vere naturali e sensuali come se ne vedono poche sulle passerelle! Viva Elena Mirò!
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