Sequestrati beni per 2 milioni di euro. Accuse di associazione per delinquere, estorsione, spaccio di droga, minacce e smaltimento illecito di rifiuti
Milano – La ‘ndrangheta gestisce anche i servizi di distribuzione per la Lombardia della Tnt (ex Traco), società che si occupa anche della consegna di pacchi e posta. Emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giuseppe Gennari eseguita oggi nei confronti di 35 persone che avevano come punti di riferimento i tre boss Pepè Flachi, Paolo Martino e Giuseppe Romeo. Secondo il provvedimento del giudice, la Tnt aveva dato in subappalto a consorzi e cooperative di trasporto (con proprietà dei camion) i servizi di recapito di plichi. Ed è proprio di questi servizi che la ’ndrangheta avrebbe assunto il controllo, secondo l’inchiesta della Dda, da almeno due ann. Anche se da alcune intercettazioni tra Pepe Flachi con il figlio emerge che la criminalità organizzata ha infiltrazioni da almeno un ventennio nella società di spedizione e consegne pacchi in Lombardia.
Il pizzo dai paninari Non solo reinvestimenti, ma anche attività criminali tradizionali. Come la riscossione del pizzo. “Il lungo elenco di estorsioni relative ai paninari e soprattutto il contesto in cui esse si inseriscono documentano un totale dominio del territorio da parte del gruppo mafioso”. È uno dei passaggi dell’ordinanza del gip Gennari. Nella parte dedicata al “pizzo” imposto agli ambulanti che vendono panini a bordo dei furgoni che stazionano nei luoghi più frequentati della città, “un settore tipico di intervento dell’ndrangheta”, il gip sottolinea che “mai il dominio dei clan è posto in discussione da chi subisce le regole” e che “le regole le scrivono i calabresi e non si discutono”. Da quanto emerge dalle indagini, le estorsioni che riguardano anche la scelta del luogo di parcheggio e il modo stesso di esercitare l’attività commerciale, viene contestata principalmente ai Flachi. “Il capillare controllo del territorio operato dal gruppo Flachi in modo durevole nel tempo, presuppone una organizzazione di mezzi e persone assolutamente rilevante e intrinsecamente convincente che solo una presenza criminale consolidata può assicurare”. L’ambulante che non paga quanto “dovuto per la protezione” si ritrova con il mezzo bruciato e nel 2010 tra Milano e provincia sono stati diversi i furgoni distrutti dal fuoco e “come sempre tutto accade nel più assoluto silenzio, nessuno denuncia nulla, nessuno sospetta nulla”.
L’operazione Sono 35 gli arresti nei confronti di altrettanti affiliati alla ’ndrangheta in Lombardia. All’operazione prendono parte il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Milano e i carabinieri del Ros, in collaborazione con la polizia locale. Sequestrati anche beni per due milioni di euro. Le ordinanze di custodia cautelare sono state disposte dal gip Gennari su richiesta della Dda milanese. Gli arrestati sono indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, minacce, smaltimento illecito di rifiuti e spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione è coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, insieme ai pm Alessandra Dolci, Paolo Storari e Galileo Proietto. Le indagini hanno permesso anche di ottenere il sequestro di beni per un valore di oltre due milioni di euro.