FERMATO IL COMANDANTE. LA PROCURA: «NAVE TROPPO VICINA ALL’ISOLA, NAUFRAGIO INEVITABILE». Tre morti accertati, in 36 mancano all’appello. Stanno bene 2 coreani in luna di miele recuperati 24 ore dopo il naufragio
GROSSETO – Un corsa contro il tempo per salvare i dispersi. Proseguono senza sosta in mare e sulla nave della Costa Concordia, naufragata davanti all’isola del Giglio venerdì sera, le ricerche di chi ancora manca all’appello. Due persone, una coppia sudcoreana in luna di miele, sono state salvate nella notte tra sabato e domenica a bordo della Costa Concordia, naufragata all’Isola del Giglio. I due passeggeri sono stati individuati dopo che i soccorritori hanno udito le loro voci dall’interno della loro cabina. La coppia è in buone condizioni di salute. I soccorritori hanno raggiunto in queste ore un terzo superstite bloccato sul ponte 3 del Concordia. La persona individuata è un membro dell’equipaggio ed è il capo commissario di bordo Marrico Giampetroni. Ha una frattura a una gamba e dunque le operazioni per estrarlo dalla cabina si sono rivelate più difficili del previsto. L’uomo è stato individuato seguendo i rumori che domenica mattina erano stati avvertiti dai vigili del fuoco mentre ispezionavano la nave. L’area in cui si trova il commissario di bordo è in parte allagata e corrisponderebbe alla zona della nave che si trova al livello dell’acqua del mare. Nell’ispezione a bordo della nave Costa si procede anche facendo un confronto fra l’elenco dei nominativi e delle rispettive assegnazioni delle cabine, rispetto ai presunti dispersi di cui si ha conoscenza a questo momento.
34 MANCANO ALL’APPELLO– A mancare all’appello, dopo il salvataggio della coppia di coreani e l’individuazione del capo commissario di bordo, sono ora 34 persone. Quattro turisti giapponesi che erano a bordo della nave Concordia e che non risultavano tra quelle soccorse e identificate si sono presentate a Roma presso un ufficio delle forze dell’ordine. Tre, due turisti francesi, Francis Serve e Jean-Pierre Micheaud, e un marinaio peruviano, Thomas Alberto Costiglia, i morti finora accertati.
COMANDANTE SOTTO ACCUSA – La Procura di Grosseto ha confermato intanto le gravi accuse (omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono della nave) per il comandante Francesco Schettino, che ha trascorso la prima notte in carcere e rischia fino a 15 anni di carcere per aver condotto la nave fuori rotta a ridosso dell’isola causando il tragico incidente e aver abbandonato la nave senza sovrintendere alle operazioni di soccorso. Ulteriori elementi per gli sviluppi dell’inchiesta sono attesi dalla scatola nera della nave, rinvenuta sabato. «Il comandante della nave ha accostato così tanto l’imbarcazione all’isola del Giglio, non poteva avvicinarsi così tanto all’isola, si è avvicinato così tanto che era inevitabile che questo scoglio se lo trovasse sotto la nave», ha detto domenica mattina il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, che ha aggiunto: «Questo scoglio ha tranciato la parte laterale della nave, che si è inclinata su un lato». Sulla questione dell’avvicinamento delle navi da crociera all’isola del Giglio per permettere i saluti degli abitanti ai turisti, «stiamo facendo indagini su questa circostanza, la stiamo verificando», ha detto ancora il procuratore capo, che ha confermato che Schettino «non è stato sicuramente l’ultimo a lasciare la nave».
SOCCORRITORI IN AZIONE – Permane la speranza che molti di quanti risultano dispersi si siano messi in salvo senza registrazione e che possano esserci ancora persone vive a bordo. Si teme, come riferiscono fonti vicine alla Costa Crociere, che ad aver avuto la peggio sia parte dell’equipaggio. Per lo più, personale di bordo, di varie nazionalità, che lavora nelle cucine e nelle lavanderie. Si trovavano infatti nella parte della nave rimasta più a contatto col fondo marino. In mattinata sono riprese le immersioni in acqua dei subacquei.