Dopo la morte dell’ostaggio italiano in nigeria le reazioni della politica. E la Santanchè attacca Monti: «Mi piacerebbe che il presidente del Consiglio ci metta la faccia per spiegare»
ROMA – È in corso a Palazzo Chigi la riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr), convocato giovedì sera dal presidente del Consiglio Mario Monti per discutere di quanto avvenuto in Nigeria, dopo l’uccisione di un ostaggio italiano e uno britannico in circostanze da chiarire nel corso di un blitz di forze speciali nigeriane e britanniche. Alla riunione partecipano il premier Monti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, i ministri della Giustizia Paola Severino e degli Esteri Giulio Terzi. Al termine si svolgerà il Consiglio dei Ministri. Secondo Maurizio Caprara, giornalista del Corriere della Sera, le due versioni contrastanti – quella di Monti e Cameron – troverebbero la loro motivazione «in due opinioni pubbliche diverse».
LO SCONCERTO DI CICCHITTO – Non si placano intanto le polemiche sul blitz britannico: «Quello che è avvenuto in Nigeria è di una gravità straordinaria perché solitamente vengono informati i governi che hanno dei connazionali in ostaggio: vengono avvertiti e consultati». Lo dichiara in una nota il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Su questo – prosegue – come sulla scelta di andare in un porto indiano, è assolutamente necessario che almeno il Copasir nella forma più riservata venga informato perché francamente oramai si ripetono episodi assai inquietanti».
GLI STRALI DELLA SANTANCHE’ – «Un grande pasticcio e mi piacerebbe che il presidente del Consiglio ci mettesse la faccia per spiegarci cosa è successo. Perchè si parla tanto di credibilità all’estero ma intanto abbiamo ancora due marò nelle patrie galere indiane. Il presidente Berlusconi sarebbe stato più umano, oggi sono tutti sobri, ma meno umani. C’è il problema anche della sottovalutazione del fondamentalismo islamico perchè il nostro concittadino ucciso in Nigeria è morto proprio per mano di estremisti». È il commento in diretta a Tgcom24 di Daniela Santanchè, parlamentare del Pdl, sulla morte di Franco Lamolinara in Nigeria. Sull’atteggiamento del governo aggiunge: «I tecnici fanno i tecnici, ma manca la politica. Un conto sono i rapporti internazionali, altra cosa sono i conti da ragioniere per far quadrare il bilancio».
LA TESI DI BOCCHINO – «Lo spread sotto i 300 punti va benissimo ma sulla politica estera il governo deve riscattarsi». Lo afferma il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, in un’intervista al Messaggero nella quale rileva una «lacuna evidente» del governo Monti sulla gestione della vicenda dei marò italiani detenuti in India e sulla liberazione finita con la morte degli ostaggi in Nigeria, l’italiano Franco Lamolinara e l’inglese Chris McManus. «Il noviziato è un prezzo che tutti devono pagare – sottolinea -. E poi la politica è più sgamata dei tecnici». Bocchino precisa che nel caso dei marò se fossi Monti farei tre telefonate: a Obama, al segretario generale dell’Onu e a quello della Nato, per dire che «se la comunità internazionale non spiega all’India che ci devono restituire immediatamente, senza alcuna condizione, i due marò, non si capisce per quale ragione l’Italia deve tenere migliaia e migliaia di soldati in giro per il mondo a garantire la sicurezza ad altri». Quanto al blitz del commando inglese in Nigeria, Bocchino commenta «chapeau» a Cameron per essersi assunto la responsabilità di un intervento ma doveva telefonare prima dell’intervento e non dopo a Monti, visto che c’era di mezzo un italiano e poi una critica: «mi chiedo: ma dove stanno i nostri servizi? Sono cinquemila uomini, cosa fanno?».