PROCESSO ALL’EX RAIS – Scontri dopo la sentenza, 20 feriti. Il giudice aveva ordinato il trasferimento in carcere. Sarebbe stata la prima volta per l’ex rais che voleva tornare in un Centro medico
IL CAIRO – L’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, condannato all’ergastolo, è entrato nell’ospedale del carcere di massima sicurezza di Tora, al sud del Cairo, come ha disposto il procuratore generale. È la prima volta, da quando è stato deposto l’11 febbraio scorso, che l’ex raìs entra in un carcere. Fino a ora, Mubarak era stato detenuto nel Centro medico internazionale appena fuori dalla capitale egiziana dove era ricoverato in una doppia suite di 250 metri quadrati ciascuna. Trasportato con un elicottero militare dal Tribunale penale del Cairo al carcere di Tora, inizialmente Mubarak non voleva scendere dal velivolo. Nel tragitto è stato colpito da una crisi cardiaca e, una volta giunto a destinazione, non voleva scendere dall’elicottero. Ci sono voluti 30 minuti di trattative per convincerlo.
LE CONDANNE – Il Tribunale del Cairo, oltre all’ex presidente, ha condannato, sempre all’ergastolo, l’ex ministro degli Interni Habib al-Adly all’ergastolo. Per lui l’accusa aveva chiesto la pena di morte. Anche l’ex ministro del regime di Mubarak doveva rispondere delle accuse per aver ordinato di sparare contro i manifestanti pacifici della rivoluzione del 25 gennaio. La Corte d’assise del Cairo ha invece stabilito il non luogo a procedere per abuso di potere e corruzione nei confronti dell’ex rais Mubarak e i suoi figli, Gamal e Alaa, perché i reati contestati risalgono a oltre dieci anni fa.
IN BARELLA – L’84enne ex Rais, come in altre occasioni, aveva fatto ingresso in aula in barella. È poi entrato nella gabbia degli imputati in attesa del verdetto. I due figli Gamal e Alaa sono rimasti in piedi davanti alla barella del padre. Immobile Mubarak alla lettura della sentenza a suo carico. Disteso sulla barella, con lo sguardo coperto da occhiali da sole, l’ex raìs è apparso notevolmente dimagrito nelle immagini trasmesse dalla televisione di Stato egiziana e rilanciate dalle maggiori emittenti satellitari.
FRATELLI MUSULMANI – L’era di Hosni Mubarak finisce con una condanna all’ergastolo per l’ex rais, ma anche con molte polemiche per una sentenza che ha lasciato insoddisfatti i Fratelli Musulmani, che hanno invitato la popolazione a manifestare contro la decisione del tribunale del Cairo. All’84enne Mubarak, accusato di aver ordinato la repressione delle manifestazioni antigovernative che portarono alle sue dimissioni, è stato inflitto il carcere a vita (la Procura aveva richiesto la condanna a morte) e identica pena è stata comminata al suo ex ministro degli Interni, Habib el-Adli; i legali dell’ex Presidente hanno già preannunciato di voler ricorrere in appello.
DIRIGENTI POLIZIA – A suscitare le proteste – compresi tafferugli in aula e scontri fuori dal tribunale – è stata piuttosto l’assoluzione dei due figli del rais, Alaa e Gamal – per i quali il tribunale ha ritenuto che i reati di corruzione di cui erano imputati fossero caduti in prescrizione – ma soprattutto dei sei alti dirigenti della polizia, anch’essi accusati di essere coinvolti nella repressione. Una rissa è scoppiata nell’aula bunker dell’Accademia di polizia al Cairo subito dopo la sentenza di prescrizione per i reati di corruzione, abuso di potere di Hosni Mubarak e dei suoi due figli. «Se i vertici della polizia sono innocenti, allora chi ha ucciso i manifestanti?» ha commentato uno dei dirigenti dei Fratelli Mudulmani, Mahmoud Ghozlan. «Se le prove fornite alla corte sono insufficienti allora i responsabili di avere occultato le prove dovranno essere processati» si legge in un comunicato diffuso sul sito dei Fratelli Musulmani, che conclude: «Il succo della sentenza è che il capo del regime e il Ministro degli Interni sono caduti ma gli altri rimangono ai loro posti».
SENTENZA FARSA – Il candidato dell’organizzazione islamica alle presidenziali, Mohammed Morsi, ha definito la sentenza «una farsa» e chiesto la ripetizione del processo; il rivale – e l’ultimo Primo ministro dell’era Mubarak – Ahmad Shafiq ha invece sottolineato come le decisioni della magistratura vadano rispettate. Se l’ex ministro della Difesa israeliano Binyamin Ben Eliezer ha definito il rais «un vero patriota che ha dedicato la propria vita al suo Paese», nessun commento alla condanna arriva dagli Stati Uniti: «Si tratta di una questione che riguarda il popolo egiziano, il suo governo e il suo sistema giudiziario», ha dichiarato il Segretario di Stato americano Hillary Clinton.
RISSA E FERITI – Gli avvocati dell’accusa sono saliti sui tavoli del tribunale scandendo gli slogan «fuori, fuori» e «il popolo vuole che la magistratura sia ripulita». «La sentenza del popolo è la morte» recita invece uno dei cartelli alzati dai familiari delle vittime della Rivoluzione davanti al Tribunale penale del Cairo e che hanno contestato la sentenza. La polizia è intervenuta fuori e dentro l’aula per placare le contestazioni nei confronti della Corte che non ha accolto le richieste dell’accusa secondo cui l’ex raìs avrebbe dovuto essere condannato alla pena capitale. Alla fine ci sono stati venti feriti negli scontri tra forze dell’ordine e sostenitori e oppositori di Hosni Mubarak. Quattro sarebbero le persone arrestate.