Vertice del csm. Vietti: «Non entreremo nel merito delle singole vicende processuali. I legali: «Momenti essenziali della campagna elettorale». Il processo slitta all’11 febbraio.
MILANO – Il tribunale di Milano ha accolto la richiesta di legittimo impedimento avanzata dalla difesa di Silvio Berlusconi nel processo sul caso Ruby e ha rinviato il procedimento all’udienza dell’11 febbraio. In quella data sarà sentita come testimone il pm della procura dei minori Anna Maria Fiorillo, che era in servizio la notte del maggio 2010 quando Karima El Mahroug (detta Ruby), era stata fermata dalla polizia e portata in questura a Milano. La sua testimonianza era prevista per lunedì, ma con il rinvio per legittimo impedimento è saltata. La difesa di Silvio Berlusconi aveva chiesto il legittimo impedimento per l’ex premier in apertura di udienza. Niccolò Ghedini e Piero Longo avevano spiegato che il Cavaliere era in quel momento impegnato in televisione a «La7» per una diretta televisiva e che per il pomeriggio era programmata una serie di incontri istituzionali a Trieste, per le celebrazioni dei 50 anni dalla proclamazione dell’autonomia della regione Friuli Venezia Giulia.
«MOMENTI ESSENZIALI» – «Sono momenti essenziali della sua campagna elettorale», aveva spiegato Longo, spiegando che i palinsesti tv vengono decisi in base alla par condicio e non sono quindi spostabili. La conduttrice Mirta Merlino e la commissione di Vigilanza Rai hanno spiegato il meccanismo alla Corte con due lettere presentate oggi dalla difesa Berlusconi. Inoltre, Ghedini aveva detto di esser pronto a consegnare ai giudici un planning degli impegni dell’ex premier in vista del voto, planning che vuole però tenere «riservato» per ragioni di sicurezza e per non avvantaggiare i suoi avversari nella corsa al voto. Longo e Ghedini hanno spiegato di aver scelto personalmente di essere presenti in aula, anche se avrebbero voluto partecipare alla campagna elettorale in qualità di candidati al Parlamento nella Regione Veneto.
BOCCASSINI – Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini si era opposta al legittimo impedimento, spiegando di basarsi sullo schema della sentenza della Corte Costituzionale. Il pm aveva anche aggiunto che, forzando la legge, si poteva anche considerare un legittimo impedimento la presenza di Berlusconi in una trasmissione tv, ma non di sicuro gli impegni a Trieste del pomeriggio, ai quali «è stato invitato come tante altre persone». Per questo il procuratore aggiunto aveva chiesto che il processo al limite venisse sospeso per la sola mattinata.
LA DECISIONE – Il tribunale ha deciso invece per il rinvio a lunedì prossimo: la par condicio infatti rende secondo la Corte «impossibile il recupero in altri spazi televisivi». Secondo i giudici, dunque, per Berlusconi era impossibile una diversa programmazione della diretta tv e dunque la richiesta dei legali va accolta. Per i giudici, i suoi impegni pomeridiani a Trieste non sono invece assimilabili ad un legittimo impedimento perché manca il «carattere di assolutezza»; tuttavia, dato che la diretta si è svolta a Roma, per l’ex premier sarebbe stato impossibile arrivare a breve a Milano e partecipare dunque al processo. Da qui il rinvio.
RIUNIONE DEL CSM – Dopo che la Corte d’appello di Milano non ha concesso a Berlusconi il legittimo impedimento nel processo Mediaset, c’è stata una richiesta d’intervento da parte del Pdl sia al capo dello Stato sia al Csm. Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti, ha annunciato che il comitato di presidenza si riunirà per discutere, tra le altre cose, anche di legittimo impedimento. «Non tocca al Csm – ha specificato Vietti – entrare nel merito delle singole vicende processuali. Il comitato, che si riunirà oggi in via straordinaria, esaminerà la questione e valuterà gli episodi». Quanto ad un intervento del Csm «non ho detto che dobbiamo intervenire, esamineremo il caso».
SERENITA’ – «È auspicabile ogni condotta che, nel rispetto della legge e delle norme processuali, aiuti la celebrazione sia dei processi sia della consultazione elettorale in condizioni di massima serenità», si legge in una nota del comitato di presidenza del Csm. La «contingenza attuale», infatti, «registra l’apice della campagna elettorale – sottolinea il comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli – e il conseguente rischio di strumentalizzazione di ogni evento, anche giudiziario, in cui siano coinvolti protagonisti della vita politica».