Processo d’appello mediaset rinviato a marzo. I legali del Cavaliere hanno chiesto lo stesso provvedimento per l’udienza di lunedì del processo sulle notti Arcore.
MILANO – I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno accolto il legittimo impedimento avanzato da Silvio Berlusconi e dai suoi difensori e hanno rinviato il processo sul caso Mediaset al primo marzo, dopo il voto, quando è stata fissata la requisitoria del Pg. I giudici hanno spiegato, nella loro ordinanza, che l’impedimento, motivato dalla partecipazione a impegni anche televisivi, è stato presentato «tempestivamente» e siamo nelle «fasi conclusive della campagna elettorale». Inoltre, il collegio ha osservato, il processo è stato quindi rinviato al 1° marzo, quando Berlusconi dovrebbe rendere dichiarazioni spontanee, e sono state fissate altre udienze al 2, 16 e 23 marzo, giorno, quest’ultimo, in cui potrebbe arrivare il verdetto. I legali di Berlusconi hanno chiesto anche il rinvio dell’udienza di lunedì prossimo del processo Ruby a causa di impegni dell’ex premier nella campagna elettorale. Nessun legittimo impedimento invece è stato invocato dai suoi avvocati, entrambi candidati, che saranno presenti in aula.
LE MOTIVAZIONI – Silvio Berlusconi aveva presentato il legittimo impedimento per l’udienza in quanto impegnato in una serie di interviste con i media. Lo stesso avevano fatto i suoi difensori, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, che non si sono presentati in aula. Nel fax pervenuto nei giorni scorsi alla cancelleria del tribunale di Milano i legali dell’ex premier hanno fatto sapere che il loro assistito è impegnato in una trasmissione televisiva nel pomeriggio. Dopo di che ha una intervista con un quotidiano e questa sera ha un altro impegno in tv. Anche Ghedini e Longo, candidati al Parlamento nella Regione Veneto, hanno segnalato di avere un impegno per un’intervista televisiva. Nel chiedere il rinvio dell’udienza al 1° marzo i legali dell’ex premier hanno non solo allegato la documentazione relativa agli impegni di venerdì 8, ma hanno anche segnalato analoghi impegni per il 15 e il 22 febbraio prossimi. Pertanto hanno chiesto il rinvio al 1° marzo, giorno in cui Berlusconi intende venire in aula per rendere dichiarazioni spontanee prima della requisitoria del Pg.
«OPPORTUNITA’» – L’avvocato generale Laura Bertolè Viale, rappresentante della pubblica accusa, si era associata alla richiesta della difesa di Silvio Berlusconi e dei legali degli altri imputati di rinviare il processo al 1° marzo. Il pg, pur non riconoscendo il legittimo impedimento avanzato dall’ex premier e dai suoi legali, facendo un discorso di «economia processuale» ha comunque valutato l’opportunità di rinviare il processo a dopo le elezioni. «Sono tre venerdì che veniamo in aula e che rimandiamo in quanto ci sono sempre impegni» di Berlusconi, e «e altri sono stati annunciati. Il pg ha chiesto la sospensione della prescrizione. Tutto ciò «per evitare ancora che ci siano udienze a vuoto». A tale richiesta si era associato anche l’avvocato Gabriella Vanadia, legale della parte civile Agenzia delle Entrate, per la quale il processo in corso «gira su se stesso ed è in posizione di stallo».
STRALCIO DELLA POSIZIONE – Il presidente della Corte Alessandra Galli ha chiesto in aula alle parti che cosa ne pensassero rispetto una ipotesi di separazione. L’avvocato generale Laura Bertolè Viale si è opposta, sostenendo che la posizione del leader del Pdl non si può stralciare. Sulla stessa linea l’avvocato di parte civile e anche i difensori degli altri imputati.