SECRETATO L’INTERROGATORIO. Le ragazze interrogate tutta la notte, il buco di due ore. Da sole in auto sulla A4. Chi guidava la vettura?
È durato tutta la notte, oltre sei ore, l’interrogatorio delle due quindicenni di Udine che si sono autoaccusate dell’omicidio di Mirco Sacher, 67 anni, che avrebbe tentato di violentarle. Al termine dell’interrogatorio condotto nella Procura dei Minori di Trieste dal pm Chiara De Grassi, le due ragazze sono state poste in stato di Fermo. Sono ancora molto oscuri alcuni passaggi del loro racconto.
L’AUTODIFESA – Le studentesse friulane, che poi hanno trascorso la notte in una struttura di accoglienza per giovani posta alla periferia di Trieste, hanno raccontato fin dal primo momento di aver subito le pesanti avance dell’uomo, amico di famiglia, che avrebbero chiamato per farsi dare un passaggio. Poco prima di essere sentite dal magistrato, le ragazze erano state accompagnate all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste dove sono state sottoposte a una accurata visita medica. Sul corpo di una di loro ci sarebbero segni di una possibile violenza. Sembra si tratti di graffi su un seno, e ciò potrebbe confermare una colluttazione con l’anziano per una tentata violenza sessuale.
IL BUCO NERO – Subito dopo la morte di Sacher, le due ragazze si sarebbero allontanate con l’auto dell’uomo. Due ore dopo il fatto, avvenuto intorno alle 15, l’auto viene filmata all’ingresso dell’autostrada A4. Poi la abbandonano perché finisce la benzina. Chi conduceva il veicolo? Cosa hanno fatto le due ragazze in quelle due ore di buco? «La vicenda è delicata. C’è il riserbo assoluto – si limita ad affermare l’avvocato Dario Miani del foro di Trieste, nominato difensore d’ufficio di una delle due minorenni – Si tratta di due ragazzine, poco più che bambine. Non possiamo dire nulla». Secondo quanto si è appreso, tuttavia, tanti sarebbero ancora gli elementi da chiarire. «Ritengo che ci siano ancora molti punti da chiarire – conferma l’avvocato Miani -. Tutto è ancora in fase embrionale. Aspettiamo innanzitutto gli esiti dell’autopsia». Poi, una volta sentiti anche i genitori delle due indagate, le difese decideranno se svolgere indagini difensive o no.