Poi attacca Letta e il governo, parlando di golpe. Il premier: parole inaccettabili. Il leader del M5S torna sulla vicenda dei parlamentari restii a restituire la «diaria» non rendicontata: «Era nei patti».
«Houston, abbiamo un problema. Di cresta. Ebbene, va ammesso. Un piccolo gruppo di parlamentari non vuole restituire la parte rimanente delle spese non sostenute». Beppe Grillo, all’indomani dell’incontro con i parlamentari del 5 Stelle a Montecitorio, torna sul tema della restituzione della «diaria» non spesa da deputati e senatori. E, con un richiamo alla celebre frase pronunciata dagli astronauti dell’Apollo 13, riconosce che la vicenda sta creando non pochi problemi all’interno del Movimento. Lo fa, come sempre quando un tema gli sta particolarmente a cuore, affidando il suo pensiero ad un post sul suo blog. Insomma, una sorta di lettera aperta ai simpatizzanti e indirettamente agli stessi deputati e senatori, in cui ricorda che «nel Codice di Comportamento, sottoscritto dai candidati, il trattamento economico era chiaro: 5.000 euro lordi e le spese sostenute a piè di lista con la rendicontazione. Il resto andava restituito con modalità da definire da parte dei gruppi parlamentari: onlus, fondi di microcredito alle imprese, ecc.». E ancora: «I parlamentari percepiscono una diaria e alcuni vorrebbero trattenere la differenza tra questa e le spese ieri ho parlato con loro alla Camera anche di questo. Alcuni, pochi, non erano convinti». L’ex comico ne fa una questione di rispetto per i lettori e gli attivisti, considerando che la riduzione dei costi era stata uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale. Tuttavia quello che potrebbe essere considerato solo un «peccato veniale» per una forza politica che ha già rinunciato ai rimborsi elettorali e che si è autoridotta gli stipendi destinando le somme risparmiate ad associazioni onlus, è un qualcosa su cui il M5S non può sorvolare.
I DOSSIER –Questo sul fronte interno. Parlando con i cronisti a Roma, Grillo era però tornato ad attaccare la coalizione di governo e a commentare le ultime vicende. «I sondaggi d’ora in poi li faremo anche noi – aveva detto tra l’altro in una conferenza stampa improvvisata in strada all’esterno dell’hotel dove aveva alloggiato -: state molto attenti adesso a fare dossier su famiglie, figli, a pubblicare indirizzi di casa. Ora lo faremo anche noi. «Noi siamo l’unica opposizione – ha ripetuto Grillo -. Ci hanno messo in un angolo, hanno fatto il governo prima di fare le commissioni, hanno tenuto bloccato il Parlamento. C’è stato un bel colpo di Stato e lo ribadisco, non un colpettino, in quattro si sono riuniti in una notte, questo governo è la continuazione dell’agenda Monti». Poi il comico genovese, ha annunciato: «Sarà una guerra all’ultimo sangue, ho visto come lavorano queste persone. Ma noi non chiediamo poltrone».
«LETTA? FA IL NIPOTE DI SUO ZIO» – Sul governo niente toni tenui o giri di parole, come sempre: «Governo? Non ce n’è. Letta? Per 20 anni ha fatto il nipote di suo zio», ha detto Grillo che poi sul premier ha aggiunto: «Come lo devo vedere, uno che fa nipote di suo zio di professione? Sono paradossi ed equivoci della politica per portare avanti la solita gente». Poi il leader del M5S è tornato anche sul caso diaria: «chi vuole restituirla, la restituirà, chi no, si prenderà le sue responsabilità. Io sono abituato che se firmo (un accordo, ndr) e mi impegno, lo porto a termine, altrimenti vado da un’altra parte». La questione dei rimborsi può «sembrare un peccato veniale, ma non lo è: per rispetto verso gli attivisti e gli elettori. Nessuno ci farà sconti. Il Paese ci osserva».
LA REPLICA DEL PREMIER – «Veramente sono 46 anni che faccio il nipote» è stata la replica di Enrico Letta, a margine di un incontro con il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz. Letta è poi entrato nel merito delle parole di Grillo: «È inaccettabile che parli di golpe. Insistere a usare questi termini è profondamente sbagliato, anche per il rispetto che dobbiamo portare al Capo dello Stato». Il capo del governo ha poi ricordato a Grillo «che quando ha usato la parola colpo di Stato, una giornalista cilena, che sa cosa è un colpo di Stato, gli ha fatto fare una figuraccia». Ha poi tagliato corto: «Se Grillo la butta sull’insulto personale vuol dire che non ha altri argomenti. Lui insulta ma io mi occupo dei problemi del Paese e con un decreto taglierò lo stipendio ai miei ministri, mentre vedo che lui fatica a togliere la diaria ai suoi parlamentari che gli si ribellano contro».
«BERLUSCONI? UNA SALMA» – Grillo, che in mattinata aveva anche sollevato la questione dello «Ius Soli» invocando un referendum tra i cittadini, era poi tornato ad occuparsi di SIlvio Berlusconi: «In un Paese normale Berlusconi sarebbe già in galera non sarebbe neanche candidabile ma rinchiuso e voi mi parlate ancora di Berlusconi?». Il Cavaliere, ha aggiunto, «ormai è una salma, continua ad andare in tv con trucco, phard e luci. Lamenta di essere perseguitato, allora se ne vada ad Antigua. Vuole fare il senatore a vita? Lo faccia ma poi se ne vada, si tolga dai co…».