I feriti sarebbero ora oltre 4.000. Anche alcuni soldati israeliani sono stati feriti e finora le perdite israeliane sono di 13 uccisi: 10 soldati, in parte colpiti da fuoco amico, e tre civili. Il governo israeliano sembra disposto ad attendere ancora alcuni giorni l’esito sia dell’intensa attività diplomatica internazionale che cerca di arrivare a un cessate il fuoco sia della sua pressione militare su Hamas. Ha perciò di nuovo rinviato l’ordine alle truppe di entrare nel cuore dei centri abitati, operazione rischiosa e con probabile grande numero di vittime tra la popolazione civile in considerazione dell’alta densità abitativa per chilometro quadrato.
Sul terreno perciò l’avanzata dei soldati appare lenta e attentamente calibrata. Israele vede nelle ultime dichiarazioni dei leader di Hamas a Gaza, soprattutto nel discorso del premier Ismail Haniyeh, un chiaro segnale di prossima resa e di rinuncia alle condizioni poste da questo movimento islamico per una tregua. Ma è un’interpretazione che sembra troppo ottimistica anche se da Hamas si intravvedono segni di ridimensionamento di alcune delle sue condizioni. Esponenti di Hamas continuano a chiedere profonde modifiche al piano egiziano di tregua che ritengono non soddisfi le loro condizioni minime.
Al tempo stesso però Hamas sembra aver rinunciato a un’immediata apertura dei valichi di confine a Gaza, che era una delle sue condizioni per una tregua. Fonti di Hamas, citate dal quotidiano arabo Al Hayat, edito a Londra, hanno detto che il movimento, pur restando ostile a una forza internazionale a Gaza sul confine con l’Egitto, non si oppone alla presenza di soldati turchi, in quanto “provenienti da un paese musulmano di cui ci fidiamo”. Israele intanto si accinge a inviare di nuovo al Cairo Amos Ghilad, consigliere politico del ministro della difesa, per continuare i colloqui sulla formazione di un meccanismo che dia allo Stato ebraico sufficienti garanzie di prevenzione del contrabbando di armi dall’Egitto ad Hamas.
Mentre proseguono i combattimenti, con intensi raid aerei su decine di obiettivi, 800.000 abitanti di Gaza City hanno trascorso un’altra notte di insonnia e di paura. Fonti locali hanno constatato che le forze israeliane di terra hanno rafforzato le proprie posizioni a est, a ovest e a sud della città. In molte aree si continua a combattere e l’Unrwa calcola che sia destinato a crescere il numero di 30 mila sfollati che già hanno chiesto rifugio nelle sue scuole. Nello stesso tempo, i soldati di Tsahal sono impegnati in difficili perlustrazioni nei tunnel e nei bunker predisposti da Hamas per ostacolare l’offensiva. In nottata un’esplosione si è verificata a nord di Gaza in una casa minata e quattro paracadutisti sono rimasti feriti.
Israele ha sospeso per alcune ore i combattimenti per consentire l’ingresso nella Striscia di aiuti umanitari. Almeno una dozzina di razzi, sparati da Hamas, hanno colpito il territorio israeliano ma senza causare vittime.In Cisgiordania, colpi d’arma da fuoco sparati dal versante giordano del confine hanno avuto come obiettivo un gruppo di soldati che hanno risposto al fuoco. Un portavoce militare ha detto che nessun soldato è stato colpito e che si ignora chi abbia aperto il fuoco. Un portavoce militare giordano ha affermato che la notizia è infondata.
ISRAELE, STUDENTI IN SCUOLE MINATE SU ORDINE DI HAMAS
Hamas ha costretto allievi palestinesi a restare all’interno di scuole che erano state minate. L’accusa è giunta, secondo il sito online di Maariv, dal capo di stato maggiore israeliano, il generale Gaby Ashkenazi. Incontrando i membri della Commissione per gli affari esteri e la difesa della Knesset, Ashkenazi ha affermato che Israele compie grandi sforzi per evitare di colpire a Gaza la popolazione civile, mentre Hamas fa di questa “un uso cinico”. Oltre alle scuole, secondo Ashkenazi Hamas ha minato interi condomini e vieta agli abitanti di abbandonarli. Il generale ha accusato inoltre Hamas di utilizzare moschee come depositi per razzi ed armi. Israele colpisce quelle moschee di notte, per evitare vittime innocenti. Riguardo alle accuse rivolte ad Israele di aver fatto ricorso a bombe al fosforo, Ashkenazi ha replicato che “Tsahal opera entro i limiti espressi dai codici internazionali e non usa fosforo, bensì ‘tendine fumogene'”.