Due stabili accanto all’appartamento di Madonna occupati da venti giovani. Gli immobili, di proprietà di un duca, si affacciano su Hyde Park.
Le case di Park Lane, nel cuore di Londra |
Al tabloid Sun, che ieri ne ha fatto la storia di prima pagina, hanno soavemente dichiarato che «al tramonto la vista su Hyde Park è magica». Il giornale li ha trattati con flemma, specificando in un trafiletto a parte che la loro azione non è affatto illegale. E non lo è per un paio di ragioni. La prima è che gli stabili erano vuoti o abbandonati. La crisi si sente anche nei livelli più alti della società. In
Alcuni degli squatter che hanno occupato le case di lusso |
Inghilterra ci sono oggi ben 780 mila case che aspettano di essere vendute o affittate e anche nei quartieri snob londinesi il mercato sta velocemente calando. La seconda è che se non si compiono atti vandalici non vi è giustificazione alcuna ad eventuali atti di sgombero. Ciò che il legittimo proprietario è semmai autorizzato a chiedere è, attraverso il provvedimento di un giudice, la restituzione del maltolto. Ma attenzione, se per un puro caso, gli squatter riescono a scamparla, nel senso che le diatribe si prolungano dieci anni, allora acquistano di diritto il titolo di «proprietari legali». Il duca, che ha in portafoglio mezza Londra, lo sa bene ma per ora preferisce starsene in silenzio. Inorridita è invece l’associazione dei proprietari di Westminster: «Non li vogliamo in questa bellissima zona della città».
Nobili e meno nobili signori che qui abitano s’interrogano: atto di forza o ci tocca sopportare?
Martin e la sua combriccola da due mesi se la godono e attraverso le colonne del popolarissimo Sun chiedono sostegno: «Mandateci mobili e qualche soldarello». Chitarra, musica, un giro al parco e tutto quel lusso attorno. Che c’è di meglio? Anche perché a un tiro di schioppo da Park Lane, e il Sun questo lo ha dimenticato, c’è Mayfair, altro tempio della Londra superchic dove è accaduto qualcosa di simile. Fra squatter la solidarietà è Vangelo. Ebbene, non più tardi di tre settimane fa «The Businessman », soprannome di Stefan, un ventenne appena sbarcato da Parigi, in compagnia di una dozzina di artisti di strada autoproclamatisi collettivo «Ma Da», ha trovato casa — si fa per dire perché è una supercasa — in Grosvenor Street al numero 18. Vicino alle ambasciate, vicino ai
brand della moda, vicino alle case d’asta dove si battono i Picasso e i Monet, vicino alle sartorie d’élite. I ragazzi hanno aperto, hanno srotolato i loro sacchi a pelo e si sono sistemati.
Martin se la deve vedere in Park Lane con qualche nobile arrabbiato ma se finirà male, lui e i compagni di avventura sapranno a chi bussare. «The Businessman», ovvero Stefan, ha trovato in Grosvenor Street dei vicini davvero inglesi. La borghesia di Mayfair ha offerto agli squatter l’accesso internet wi- fi gratis. E naturalmente un bel tè del pomeriggio. Con somma irritazione della società proprietaria della prestigiosa «casetta».