Secondo esonero nella storia bianconera: un solo precedente 40 anni fa. La svolta dopo l’ennesimo pareggio, con la Fiorentina a 1 punto e il terzo posto per la Champions a rischio
Claudio Ranieri |
TORINO – Il pareggio in casa del Milan sembrava aver aumentato le sue speranze di permanenza. Ma anche ieri, dopo il 2 a 2 casalingo con l’Atalanta, diceva: «Rimango al 99%». Invece la pessima prestazione della squadra e la striscia negativa degli ultimi due mesi sono costate care a Claudio Ranieri: l’allenatore è stato esonerato dalla Juventus. La decisione è stata presa durante un lungo vertice nella sede della società bianconera. La squadra sarà affidata, per queste ultime due giornate di campionato, a Ciro Ferrara. «La Juventus – si legge nel comunicato ufficiale del club – ringrazia Claudio Ranieri per il lavoro svolto in questi due anni. Al nuovo allenatore, Ciro Ferrara, va l’augurio di immediati successi».
«UNA SCOSSA» – Per l’ex difensore napoletano, si tratta di un incarico ad interim. L’ad della Juventus, Jean-Claude Blanc, nel corso della presentazione ufficiale del nuovo allenatore, ha spiegato che la decisione è stata «condivisa da tutta la società e tutto il Cda» con l’obiettivo «di dare una scossa alla squadra» e «mettere i giocatori davanti alle loro responsabilità». «Davanti agli ultimi risultati e quello della partita con l’Atalanta, quando avevamo un match ball da giocare per arrivare a un punto dal Milan e ci troviamo ora a un punto dalla Fiorentina, quarta in classifica, abbiamo preso le nostre responsabilità. Abbiamo giudicato tutta la stagione, ora vogliamo darci la possibilità di chiudere bene, che vuol dire almeno il terzo posto».
«ORGOGLIO» – «Voglio ringraziare chi ha pensato che io potessi essere utile in questo momento – ha commentato dal canto suo Ferrara. – Non ho avuto alcun dubbio. Non ho fatto domande né richieste, mi sono solo messo a completa disposizione della società. Mi è stata offerta una possibilità che ho preso al volo, con forte emozione. Bisogna lavorare sulle motivazioni dei giocatori, sull’orgoglio e sulle capacità. Credo che i giocatori devono capire il momento difficile che la società sta attraversando. I giocatori devono ritrovare gli stimoli giusti per affrontare queste due ultime partite nella maniera giusta».
Buffon nell’intervallo di Juventus-Lecce (Ap) |
LA CRISI – Per Ranieri, gli ultimi due mesi alla guida della Juventus sono stati da incubo: l’eliminazione dalla Champions League, (comunque ben accetta dai tifosi che hanno applaudito la squadra) poi quella ben più dolorosa dalla Coppa Italia (fuori in semifinale con la Lazio) e, in campionato, 6 pareggi e 1 sconfitta, con un clima sempre più difficile attorno alla squadra: contestazioni dei tifosi, voci sul futuro e richiami della proprietà sugli obbiettivi da raggiungere e i bilanci di fine stagione. In mezzo clamorosi episodi che hanno fatto intravvedere i problemi di spogliatoio della squadra, come quello di Buffon nell’intervallo della partita con il Lecce. Una striscia negativa di 2 mesi senza vittorie non capitava alla Juve dal 1961. Dopo essere stata a lungo l’unica antagonista dell’Inter per la corsa scudetto, la squadra bianconera ha perso il secondo posto (superata del Milan) e ha dissipato il vantaggio sulla Fiorentina, che adesso insidia a 1 solo punto i bianconeri. La quarta posizione, per la Juve, significherebbe dover affrontare gli insidiosi preliminari di Champions League. Il che significa nessuna certezza di accedere alla Champions «vera», che garantisce un ossigeno finanziario indispensabile. E in più dover avviare la preparazione in anticipo, uno dei motivi che in questa stagione hanno portato a infortuni in serie. E’ una eventualità che la società vuole evitare a tutti i costi. Per questo, è arrivata una decisione estrema e insolita nella storia del club bianconero: l’esonero del tecnico, nel tentativo di dare una «scossa» a una squadra apparsa senza certezze e senza gioco nelle ultime partite.
PRECEDENTI – La Juventus ha un solo precedente di esonero a stagione in corso. Risale a ben 40 anni fa quando fu sollevato dall’incarico l’argentino Luis Carniglia il 21 ottobre 1969. Al contrario di oggi, quello di Carniglia fu un esonero molto anticipato: saltò dopo appena 6 partite: una vittoria, due pareggi, tre sconfitte. Dopo di lui, fino a oggi, la Juve non ha esonerato più nessuno nemmeno in situazioni critiche, come quando con Maifredi rischiava di rimanere fuori perfino dalla Uefa e alla fine (sconfitta all’ultima giornata a Genova) andò proprio così. Probabilmente questa volta la Juve tenta in extremis di non ripetere lo stesso errore. Diverso è stato poi il caso di Marcello Lippi, che si è dimesso nel 1999 a stagione in corso. Il tecnico aveva firmato per l’Inter insieme a Peruzzi, la notizia era trapelata e la squadra aveva cominciato una serie negativa mentre i tifosi erano infuriati. «Se sono io il problema, me ne vado» disse Lippi, e rassegnò le dimissioni. Così come ha fatto, in tempi più recenti, il francese Didier Deschamps. A due giornate dalla fine della stagione 2006-07 in Serie B, conquistato il ritorno in Serie A della Juve, ha dato le dimissioni per divergenze sul futuro della squadra e sulla campagna acquisti, non andando in panchina nell’ultima gara. Gli è subentrato, il 4 giugno 2007, proprio Ranieri, ora esonerato.