Quattro arresti nell’inchiesta sul G8 alla Maddalena. Il capo della Protezione civile: «Rimetto gli incarichi». In manette un suo collaboratore «attuatore delle opere»
Il capo della protezione civile Guido Bertolaso (Ansa) |
È bufera sulla Protezione civile. Guido Bertolaso, raggiunto da un avviso di garanzia nell’ambito di un’inchiesta sui lavori del G8 alla Maddalena, ha rimesso tutti gli incarichi ma Berlusconi in Consiglio dei ministri, riferiscono fonti governative, le ha respinte. In precedenza Bertolaso aveva annunciato le sue dimissioni «per non intralciare l’operato degli organi inquirenti», lasciando al premier ogni decisione. «Chiederò al pubblico ministero – ha scritto Bertolaso in una nota – che si sta occupando dell’indagine di procedere al più presto al mio interrogatorio così da poter fornire tutte le informazioni in mio possesso. Abbiamo assicurato al personale della Polizia Giudiziaria pieno supporto, consegnando tutti i documenti in nostro possesso e ribadisco ancora una volta la più totale fiducia nell’operato della magistratura». Poi conclude: «Mi sono sempre definito un servitore dello Stato – conclude Bertolaso – e, come sempre, rimango a disposizione del mio paese». La nota è stata diffusa poco prima che Bertolaso incontrasse Gianni Letta a Palazzo Chigi, il quale auspicava che il Premier gli rinnovasse la fiducia e così è stato.
LA VICENDA – Tutto ha inizio con l’arresto mercoledì mattina, da parte dei carabinieri del Ros di Roma su ordine della magistratura di Firenze, di Angelo Balducci, 62 anni, ex collaboratore di Bertolaso e della protezione Civile. Balducci era incaricato dell’attuazione delle opere per il G8 alla Maddalena. In mattinata ci sono state venti perquisizioni, una anche nella sede del dipartimento della Protezione civile in via Ulpiano a Roma. Oltre a Balducci ci sono altre tre persone finite in manette e dieci sono indagate: arrestati anche Fabio De Santis, 47 anni, ingegnere, successore di Balducci come «soggetto attuatore» delle opere per il G8, Mauro Della Giovampaola, 44 anni e Diego Anemone, 39 anni, imprenditore romano, anche lui coinvolto nella realizzazione delle opere per il G8 e per i Mondiali di Nuoto a Roma dell’anno scorso. Tra i reati contestati agli arrestati e ad alcuni indagati a piede libero vi è l’abuso d’ufficio e quello più grave di corruzione. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giovanni Ferrara e dal sostituto Sergio Colaiocco, vuole fare luce su rapporti d’affari e legami più o meno diretti tra Balducci, suoi familiari e le società di costruzione che avrebbero dovuto trasformare l’ex base Nato in un villaggio a cinque stelle, in occasione del vertice, prima che venisse trasferito a L’Aquila.
IL PROCURATORE – Sull’inchiesta si è espresso il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi: «Sono stati ravvisati, come è scritto nell’ordinanza, gravi indizi di colpevolezza che riguardano fattispecie corruttive relative agli appalti di alcune grandi opere che sarebbero stati assegnati nel quadro di uno scambio di favori tra dirigenti dello Stato preposti agli uffici interessati e privati imprenditori».
L’INCHIESTA – Tutto sarebbe partito da un’intercettazione telefonica disposta nell’ambito di un’altra indagine della procura del capoluogo toscano, relativa alla trasformazione urbanistica dell’area di Castello a Firenze, che ha coinvolto tra gli altri Salvatore Ligresti e due ex assessori della vecchia giunta comunale. In quell’inchiesta il costruttore di origine siciliana, presidente onorario di Fondiaria Sai, è indagato insieme con il suo braccio destro Fausto Rapisarda, con gli ex assessori comunali Graziano Cioni (sicurezza sociale) e Gianni Biagi (urbanistica), con due architetti progettisti. Per tutti l´ipotesi di reato formulata è concorso in corruzione. Ed è proprio uno dei due architetti indagati per la vicenda di Castello, il fiorentino Marco Casamonti, l’anello di congiunzione con Angelo Balducci, ex vice del capo della Protezione civile e attuale presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici. Casamonti, titolare dello studio Archea, uno dei progettisti dell’hotel a cinque stelle che alla Maddalena avrebbe dovuto ospitare i capi di stato e di governo. È intercettando lui che spunta il nome di Balducci che viene così intercettato a sua volta. Casamonti questa mattina è stato perquisito: per lui l’accusa è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
LA MADDALENA – Per ospitare nel 2009 alla Maddalena il G8 dei Grandi – poi spostato a L’Aquila a causa dell’ incompatibilità tra lo sfarzo della costa Smeralda e il terremoto abruzzese – sono stati spesi in meno di un anno (dal luglio del 2008 al maggio scorso) fondi pubblici per 327 milioni di euro: la somma è stata in gran parte utilizzata per ristrutturare l’ex Arsenale militare abbandonato da decenni e ridotto a discarica di amianto e idrocarburi. Gli interventi realizzati sono stati più volte oggetto di polemiche, ma sono stati «difesi» di recente dal capo della protezione civile Guido Bertolaso. «Quei soldi non sono stati buttati – disse Bertolaso incontrando i giornalisti sull’isola – . «Le strutture nate per ospitare i Grandi saranno l’occasione per il rilancio turistico, economico e anche occupazionale – spiegò – non solo della Maddalena, ma dell’intera Gallura. Alla Maddalena è stata fatta innanzitutto a più grande bonifica di sempre, che ha permesso di trasformare un luogo che era “una fogna” in qualcosa che sarà occasione di vanto per l’isola». Dall’area dell’ex arsenale sono state raccolte 62mila tonnellate di rifiuti e il 21% di quanto è stato portato via era composto da amianto, idrocarburi e metalli. Ed è stato realizzato un porto in grado di ospitare 600 imbarcazioni.
REAZIONI – Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ritiene l’avviso di garanzia al capo della Protezione civile «un fatto grave»: «La magistratura deve fare il suo compito e fare luce al più presto mentre alla politica spetta considerare le procedure. C’è l’occasione nel decreto sulla Protezione Civile – afferma Bersani rispondendo ai giornalisti – perché il legislatore prenda decisioni molto attente». Il portavoce dell’Italia dei Valori Leoluca Orlando chiede al governo «di rispondere immediatamente all’interrogazione che denuncia la grave anomalia dell’istituzione della Protezione Civile Spa, che proprio martedì ha avuto il via libera dal Senato». «Attribuzione di poteri senza controllo, mancanza totale di verifiche su spese e sull’utilizzo di fondi speciali, abuso del concetto di emergenza, tale da farvi rientrare qualsiasi tipo di evento: il governo – chiede ancora l’esponente dell’Idv – ponga un freno a questo delirio di onnipotenza in dispregio del denaro pubblico, delle funzioni istituzionali della Protezione civile e delle vere emergenze, come quelle connesse ai rischi idrogeologici del messinese e dell’intero paese». Al contrario in una nota Maurizio Lupi, vice Presidente Pdl della Camera, difende Bertolaso: «Sono assolutamente certo che Guido Bertolaso abbia sempre agito nell’interesse dei cittadini e della comunità come, d’altra parte, dimostrano i fatti. Bertolaso e la Protezione Civile, ha servito lo Stato dimostrando di essere un fiore all’occhiello per tutto il Paese». Il viceministro della Lega Nord Roberto Castelli attacca i magistrati di Firenze: «Ancora una volta assistiamo a un intervento devastante della magistratura che questa volta va a colpire quella che probabilmente è una delle più efficienti strutture dello Stato italiano».
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