Dopo la diffusione di alcuni video dei giorni scorsi, il premier attacca nuovamente la magistratura nel comizio di chiusura della festa del Pdl. L’opposizione: “Affermazioni gravissime”. E i finiani avvertono: “Non siamo disponibili”
MILANO – Commissione parlamentare d’inchiesta sulla magistratura, attacco a un «famigerato pm» del processo Mills, il pentito Spatuzza «al soldo dei pm», credito di fiducia ai finiani, ma se viene meno «si va al voto». Questi i punti principali dell’intervento di Silvio Berlusconi alla festa del Pdl al Castello Sforzesco a Milano. «Eccoci qua, anche se qualcuno ha tentato di non farmi venire», esordisce il capo del governo riferendosi, senza citarle, a telefonate di minacce che la questura milanese ha giudicato poco attendibili e ha dato il via libera alla presenza del premier alla festa.
ATTACCO A SCALFARO – Ma messa da parte questa premessa, Berlusconi entra subito nei temi del suo intervento. Partendo da lontano, da quando è diventato presidente del Consiglio la prima volta. Ed è stato fatto cadere da Bossi, con il famoso ribaltone. Un ribaltone, ha detto, «dovuto al presidente di allora che disse a Bossi: “Berlusconi è nel baratro, se resti con lui ci finisci anche tu”». Il presidente di allora era Scalfaro e l’accusa è diretta. Quella caduta del suo governo, dice Berlusconi, «fu un fatto eversivo». Di qui in avanti, il presidente del Consiglio prosegue con una serie di attacchi ad avversari politici e magistratura, e con l’elenco dei meriti propri e del suo partito.
SOVRANITÀ – «In Italia la sovranità è stata trasferita dal popolo ai pubblici ministeri», ha detto il premier, avvertendo della necessità di cambiare l’architettura costituzionale per fare in modo che la sovranità sia veramente del popolo italiano. «Infatti, se una legge non piace a certi pm, la impugnano e la portano alla Corte costituzionale, che ha undici componenti di una parte politica, e su pressione dei pm di sinistra la abroga».
ATTACCHI AI PM – Berlusconi ha poi proseguito negli attacchi personali ad alcuni pm, oltre a chiedere «come è nostro dovere oltre che nostro diritto» una «commissione parlamentare d’inchiesta» sull’operato di «certi magistrati». Il premier ha citato per nome «il famigerato De Pasquale – pm del processo Mills, ndr – quello che ha detto a Gabriele Cagliari che lo avrebbe liberato e poi è andato in vacanza e Cagliari si è suicidato». Berlusconi ha affemato che «il “pentito” Spatuzza – che avrebbe parlato del presidente del Senato Schifani, ndr – è al soldo di certi pm e sarebbe capace di dire qualunque cosa». E della cosiddetta P3: «Quattro vecchietti che vengono tenuti dentro affinché parlino di Berlusconi, perché hanno fatto loro capire che se parlano di me la loro condizione cambia totalmente».
LA REPLICA DELL’ANM – Agli attacchi del presidente del Consiglio hanno replicato ben prestoi magistrati: «Non possiamo che ribadire – ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara – la forte preoccupazione per i continui attacchi che rischiano di delegittimare un’istituzione dello Stato. I magistrati non si lasceranno comunque intimidire e – conclude il presidente dell’Anm – continueranno ad applicare la legge secondo i principi della Costituzione».
LA NASCITA DEL PDL – Ma Berlusconi non ha parlato solo di giustizia dal palco del Castello Sforzesco. Ha anche spaziato sull’azione del governo, su quanto già fatto e su quanto resta da fare: «Ci siamo uniti a chi faceva politica prima di noi facendosi prendere per mano – ha detto il premier – C’era una politica fatta di ideali, ricordiamo che anche la Chiesa sostiene che la politica è il più grande atto di carità. Abbiamo subito vinto le elezioni e abbiamo iniziato a cambiare l’Italia. Nessun governo ha mai fatto così tanto come questo negli ultimi due anni», ha proseguito il Cavaliere.
GOVERNO – Poi sulla tenuta del governo: «Andremo avanti con questa maggioranza. Parlamentari eletti con noi che hanno costituito un gruppo diverso hanno dichiarato la loro fiducia e noi vogliamo credere a loro. Ma faremo una verifica giorno per giorno e se questa lealtà verrà meno nei fatti, non ci metteremo un minuto per tornare al popolo italiano a chiedere di nuovo la sua fiducia».
NAPOLI – In seguito Berlusconi è tornato sul tema dei rifiuti di Napoli e, come alcuni giorni fa in Senato, ha accusato esplicitamente le amministrazioni comunali di sinistra e in particolare il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, di essere la causa della scarsa efficienza della raccolta dei riufiuti. «I rifiuti di Napoli hanno un nome – ha declamato: Rosa Russo Iervolino». E ha aggiunto: «La prossima settimana il nostro sottosegretario Betrtolaso e il presidente del Consiglio andranno a Napoli a dare aiuto e a risolvere la situazione».
CRIMINALITÀ – «Nessun governo ha messo in atto un’azione di contrasto così forte contro la criminalità organizzata. Passeremo alla storia come il governo che ha sconfitto la mafia», si è detto sicuro il premier.
TERREMOTO-CORRUZIONE – «Hanno inventato che ci sia stata della corruzione negli appalti in Abruzzo», ha detto Berlusconi. «Non è vero, non c’è stata nessuna corruzione».
LA BATTUTA – Infine una battuta: «Dice la sinistra: “Mandiamo a casa Berlusconi”. Ma avendone venti non saprei in quale casa andare…».
Redazione online