Politica e affari, energia e accordi, regali costosi. Questo quanto contenuto nei documenti segreti redatti dall’ex ambasciatore Usa a Roma Spogli. La Georgia: da Putin percentuali all’Italia per il gas. Berlusconi: “Faccio solo gli interessi del Paese”
La bufera annunciata da Wikileaks è solo all’inizio. Continuano, infatti, ad emergere nuovi stralci di dossier che hanno minacciato di mettere in imbarazzo le diplomazie mondiali.
Ancora una volta al centro dei cable (i files) del sito di Julian Assange c’è l’Italia, o meglio i rapporti tra Russia e Italia; la relazione tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il primo ministro Vladimir Putin.
A poche ore dalle dichiarazioni di Hillary Clinton che ha parlato dell’amicizia storica tra il nostro paese e gli Usa, ecco dunque il documento classificato “segreto”, dal titolo “Relazioni tra Italia e Russia: il punto di vista di Roma“, datato 26 gennaio 2009, e redatto dall’ambasciatore americano dell’epoca, Ronald Spogli.
Un documento che mette in discussione la sottile linea rossa che tiene legati i due Paesi, critica la politica energetica in atto e punta il dito contro il Ministero degli Esteri Italiano.
Accuse, queste, alle quali ha immediatamente replicato il titolare della Farnesina Frattini. “Quello che conta sono le dichiarazioni pubbliche che il segretario di Stato (Hillary) Clinton ha fatto, sia per quanto riguarda l’importanza del lavoro italiano per riportare la Russia verso la Nato, sia per il ruolo di stabilizzazione che l’Italia ha giocato a favore della situazione georgiana durante la grande crisi dell’agosto del 2008”.
Italia-Russia: rapporti troppo stretti – “Berlusconi considera Putin un amico personale e continua ad avere con lui più contatti che con qualsiasi altro leader mondiale. Durante la crisi della Georgia i due si parlarono ogni giorno”. Questo quanto si legge nel faldone americano scritto dall’allora ambasciatore Usa in Italia, Ronald Spogli, diffuso da Wikileaks e pubblicato dal New York Times.
“Le basi di questa amicizia sono difficili da determinare. Berlusconi ammira lo stile macho, deciso ed autoritario di governo di Putin, che per Berlusconi è simile al suo stile. Putin ha dedicato molta energia nel conquistare la fiducia di Berlusconi”, si legge ancora nel documento reso noto dal New York Times. Spogli afferma inoltre di aver saputo che durante i frequenti incontri tra i due “vengono scambiati regali costosi”.
Gazprom e gli interessi sul gas – Ecco un altro tema ampiamente trattato nel documento segreto, ovvero gli accordi economici sul gas. “Gli scambi azionari tra Gazprom, Eni ed Enel e la divisione degli assets della Yukos” come titola uno stralcio pubblicato sul Corriere della Sera di giovedì 2 dicembre.
“Esponenti della maggioranza di centrodestra e dell’opposizione del Pd credono che Berlusconi e i suoi amici stiano approfittando personalmente e in modo generoso dei tanti accordi intercorsi tra L’Italia e la Russia. L’ambasciatore georgiano a Roma ci ha detto che il suo governo crede che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti che vengono da ogni gasdotto costruito da Gazprom, in collaborazione con l’Eni”. Questo quanto si legge nella relazione datata 26 gennaio 2009.
E ancora: “La visione dell’Eni sulla situazione energetica europea era in modo preoccupante simile a quella di Gazprom e del Cremlino”. Sempre secondo quanto si apprende dai cablogrammi ottenuti da Wikileaks, “la visione dell’Eni sulla situazione energetica europea era in modo preoccupante simile a quella di Gazprom e del Cremlino e in alcuni casi allacciata con una retorica che platealmente ricorda l’era Sovietica: secondo l’Eni, la vera minaccia per la sicurezza energetica europea non è la Russia ma l’Ucraina. E la soluzione, secondo l’Eni, è quella di fare” affidamento su più connessioni più dirette con i giacimenti di gas russo e la necessità di gasdotti che non transitino per l’Ucraina”.
Eni avrebbe giornalisti a libro paga – Inoltre, “c’è anche il sospetto che l’Eni abbia dei giornalisti sul proprio libro paga”. “I membri – continua il documento -di ambedue gli schieramenti ci hanno detto che l’Eni è uno dei maggiori contribuenti finanziari a diversi think-tank, alcuni dei quali tengono eventi sull’importanza delle relazioni Italia-Russia. A uno di questi eventi nel 2007, ai rappresentanti di Eni e di Edison sono stati dati 30 minuti
ciascuno per parlare, mentre a quattro ministri degli Esteri e a un sostituto del ministro degli Esteri appartenenti a cinque stati all’ex Unione Sovietica è stata concessa in tutto un’ora.
Farnesina – Nel faldone di documenti ci sono anche accuse rivolte alla Farnesina e al ministro Frattini accusato di essere mero portavoce del presidente del Consiglio. “A livello professionale, risorse e esperienza sono scarse”, così reciterebbe un cable anche in questo caso siglato Spogli sul Ministero degli Esteri italiano, nel quale si afferma inoltre che il ministro Franco Frattini è “largamente considerato “solo il portavoce della politica russa del premier Berlusconi”.
I link da tenere d’occhio – Per essere costantemente aggiornati, oltre al sito di Wikileaks (per l’occasione è stato creato il sottodominio cablegate.wikileaks.org) sono da seguire l’account Twitter del sito di Julian Assange e l’hashtag #cablegate (come indicato dai responsabili del sito).