LA PROTESTA DELLA FIOM. La contestazione accompagna il discorso del segretarioì. In 30 mila in corteo contro il modello Mirafiori
Ha chiesto lo «sciopero generale» il segretario della Fiom Maurizio Landini dalla piazza di Bologna, tappa finale del corteo regionale delle tute blu. Ma quando, sullo stesso palco, è stato il turno di Susanna Camusso, dal segretario della Cgil nessun accenno. Così dalla piazza sono partiti i fischi, in particolare dal centro dove erano anche radunati molti studenti che hanno partecipato allo sciopero della Fiom. «Sciopero generale» era lo slogan ribadito in continuazione. Lo gridano anche le Rsu della Ferrari, che dal loro striscione hanno cancellato, con del nastro adesivo, le sigle di Fim e Uilm, lasciando solo la scritta Fiom. Lo urla anche dalla prima fila un operaio con il megafono alla bocca: è il segretario bolognese dei metalmeccanici, Bruno Papignani, a scendere dal palco per chiedergli di smettere. L’accoglienza della piazza al discorso del segretario della Cgil è stata fredda: alla fine solo pochi gli applausi, tanti i rumori. E anche la Camusso lascia il palco scura in volto e senza rilasciare neanche una dichiarazione. «Erano solo una trentina», hanno minimizzato dallo staff del segretario. Ma in realtà erano molti di più. «Più che una contestazione si è trattato di una richiesta. La piazza vuole lo sciopero generale», è stato del numero uno della Fiom, Maurizio Landini.
DAL PALCO – Una richiesta che lo stesso Landini condivide. Lo ha ribadito più volte dal palco di piazza Maggiore: «Credo sia il momento di dire con chiarezza che tutta la Cgil metta in campo lo sciopero generale in tutto il paese, per sconfiggere Confindustria e cambiare governo in questo paese». La piazza lo ha acclamato e gli ha fatto eco. «È bene che Marchionne a febbraio si svegli meglio e riapra le trattative perché quegli accordi non siamo disponibili ad accettarli e li combatteremo con tutti i mezzi possibili», è il messaggio lanciato all’ad di Fiat dal segretario Fiom, che ha assicurato: «Non ci fermeremo, continueremo fabbrica per fabbrica, fino a riconquistare un contratto». Si è poi rivolto a Cisl e Uil che hanno firmato gli accordi di Mirafiori: «Accettando quell’accordo non solo tengono fuori la Fiom e la Cgil, ma cancellano l’esistenza del sindacato confederale. Questa cosa è contro la loro storia e natura». Camusso è partita attaccando Federmeccanica, la Fiat, Confindustria e il governo. Ma i cori non si sono mai fermati, accompagnati dai fischi, per tutto il discorso. Un grande striscione campeggiava subito dietro alle prime fila: «Sciopero generale subito».
IL CORTEO – Sono state circa 30 mila le persone che hanno partecipato alla manifestazione per lo sciopero generale indetta dalla Fiom per protestare contro l’accordo di Mirafiori. Dopo la sfilata per le vie della città i manifestanti si sono radunati in piazza Maggiore, per i comizi conclusivi. Molti autobus sono arrivati da tutte le province dell’Emilia-Romagna. Ai manifestanti della Fiom e della Cgil si sono aggiunti poi studenti medi e universitari che hanno sfilato in un altro corteo, più ridotto, nel centro cittadino.
SACCONI – Quello indetto dalla Fiom per domani, e anticipato oggi in Emilia-Romagna, «appare per molti aspetti uno sciopero politico privo di qualunque sbocco che normalmente un’azione di sciopero si prefigge». È quanto ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Per il ministro una mobilitazione «dovrebbe avere un obiettivo concreto, in questo caso non vedo prospettive concrete». Più in generale il ministro ritiene che le parti sociali debbano «discutere tra loro» sulle regole per la proclamazione di uno sciopero «per evitare – conclude – forme estreme di minoranze esigue che possono danneggiare i lavoratori».
Renato Benedetto