Il partito democratico. Il segretario Pd: «Per un nuovo esecutivo ci vorrebbe miracolo». E giovedì sale al Quirinale.
«Serve un governo, anzi servirebbe un governo che fa miracoli». Questo l’amaro sfogo in cui si era prodotto Pierluigi Bersani in una pausa delle consultazioni per formare un nuovo esecutivo. E subito Berlusconi, riunito con i gruppi del Pdl alla Camera, gli ha lanciato una proposta ben precisa: «Bersani presidente del Consiglio e Alfano vicepremier. Ci sediamo al tavolo, avrebbe detto il Cavaliere, solo se si parla di un governo insieme». E la rappresentanza del Pdl incontrerà Bersani mercoledì mattina.
BERSANI GIOVEDI’ AL COLLE – Nel frattempo viene reso noto che il premier incaricato Bersani dovrebbe salire al Quirinale giovedì per riferire al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l’esito delle consultazioni. A riferirlo è il vicesegretario del Pd Enrico Letta riferendo al gruppo parlamentare alla Camera l’andamento degli incontri che da domani saranno con le forze politiche.
RENZI: NON ANDRÒ ALLA DIREZIONE – Intanto per lunedì sera è prevista la Direzione nazionale del Partito Democratico. Che registra subito una defezione di lusso. «Non andrò alla Direzione stasera, per un motivo molto semplice. È stata convocata all’ultimo momento e io avevo dei precedenti impegni da sindaco». Matteo Renzi, intervistato dall’emittente radiofonica Radio Toscana lunedì mattina, spiega la sua mancanza. Riguardo a questo forfait Bersani assicura: «Non abbiamo mai litigato. Parlerò agli organismi del partito, come dovrebbe fare il segretario sempre».
LA MIA LEALTÀ È FUORI DISCUSSIONE – Il sindaco di Firenze, ha comunque voluto commentare il pre-incarico affidato al segretario Pd e le consultazioni: «Sta provando a formare un governo e io spero che, per il bene dell’Italia, ce la faccia». Già domenica, nel corso di una telefonata al segretario, lo aveva rassicurato. Anche ora ribadisce: «La mia serietà e la mia lealtà sono fuori discussione».
IL LAVORO E LE AZIENDE – Tornando all’intervento radiofonico di Renzi, si è parlato anche di lavoro e del possibile reddito di cittadinanza: «Vedo qualcuno che dice che bisognerebbe dare un sussidio a tutti quelli che non lavorano – ha spiegato il primo cittadino toscano – Sì, ma prima ancora bisogna dare un lavoro a chi il lavoro non ce l’ha. Questa è la vera sfida di una società giusta, altrimenti le cose non funzionano». E proprio in relazione al lavoro e alle piccole imprese, il sindaco di Firenze riconosce che il governo Monti «ha rimesso in carreggiata» l’Italia «dal punto di vista della macroeconomia», ma sottolinea: «Il problema vero è che c’è l’economia reale di cui bisogna occuparsi di più, cioè le aziende, le famiglie che non hanno soldi».
LE RIFORME – A proposito, invece, delle riforme necessarie per il Paese, Renzi ha aggiunto: «Bisognerebbe dimezzare i parlamentari, far diventare il Senato una Camera delle autonomie, e togliere il finanziamento pubblico ai partiti». Il conduttore gli ha, a questo punto, fatto notare che queste proposte sono state avanzate «anche Grillo», ma il sindaco di Firenze ha risposto con una battuta parlando della «Festa del Grillo», una fra le più famose manifestazioni folcloristiche del capoluogo toscano.