Quinto voto, verso un’altra fumata nera. Sel sceglie Rodotà, Pdl assente. Scheda bianca da Pd, Scelta Civica e Lega. Monti: «Cancellieri possibile candidato di tutti».
ROMA– Dopo Amato, Marini, Prodi, spunta il nome di Giorgio Napolitano. Il Pd lavora a una riconferma del presidente – già interpellato da Berlusconi – e una delegazione dei Dem salita al Colle ha chiesto ufficialmente la sua disponibilità ad essere rieletto, finora negata con chiarezza dallo stesso capo dello Stato. Intanto al Quirinale si susseguono i colloqui con i leader politici: Napolitano ha incontrato separatamente il segretario del Pd Bersani e il leader del Pdl Berlusconi. Nell’incontro con Bersani «si sono passate in rassegna tutte le ipotesi», riferiscono fonti del Quirinale. Previsti anche colloqui con Mario Monti e con un gruppo di presidenti di Regione e grandi elettori, di diversi schieramenti politici. I vertici del Pd stanno inoltre incontrando i vertici della Lega per verificare una possibile convergenza sull’ipotesi di confermare Napolitano. L’ipotesi del Napolitano-bis piace anche al Pdl. «Voglio ricordare che noi all’inizio avevamo auspicato la possibilità di una riconferma ma fu bloccata da una valutazione che venne dagli stessi livelli istituzionali» spiega Fabrizio Cicchitto.
QUINTO VOTO – Intanto sembra destinata all’ennesima fumata nera la quinta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica, aperta poco dopo le 10 alla Camera dalla presidente Laura Boldrini, che ha ricordato come sia sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (metà più uno). Pd, Scelta Civica e Lega votano scheda bianca, il Pdl non partecipa allo scrutinio. I parlamentari di Sel hanno confermato la decisione di votare Stefano Rodotà, così come i 5 Stelle, compatti sin dalla prima votazione sul nome del proprio candidato. «Se il Pd non convergerà su Rodotà andrà incontro a un suicidio perfetto» prevede Nichi Vendola.
MONTI – Mario Monti ha spiegato in una conferenza stampa la decisione di Scelta Civica: votare scheda bianca per favorire un rasserenamento del clima, con la volontà di far convergere su Anna Maria Cancellieri (che venerdì ha ottenuto 78 voti, 9 in più di quelli dei deputati e senatori montiani) gli altri partiti. «Speriamo che questo turno di scheda bianca aiuti tutti i partiti a vederla come una personalità che potrebbe diventare una scelta istituzionale di tutte le forze politiche. Dalla rete emerge che il Paese che ha disperato bisogno di una vera e profonda cultura della legalità, del senso e del rispetto delle regole: Cancellieri ha passato la sua vita a fare questo». E sull’ipotesi di un Napolitano-bis il premier uscente è netto: «Siamo fermi, anche dagli ultimi contatti avuti, alla sua ripetuta dichiarazione di non disponibilità a una nuova candidatura». Freddo anche Vendola: «Non mi pare esista questa ipotesi perché è stata esclusa con nettezza dallo stesso presidente».
PDL – Nel Pdl, dopo una nuova notte di trattative e contatti soprattutto con i montiani, Berlusconi ha suggerito ai suoi di restare fuori dall’Aula al quinto scrutinio. Oltre alla Cancellieri (una carta che molti considerano solo un modo per prendere tempo), tra le ipotesi è rispuntato Giuliano Amato, mentre sarebbero in ribasso le quotazioni di Massimo D’Alema. Per ora, quindi, avrebbe spiegato Berlusconi ai suoi, la linea non cambia: senza un candidato idoneo per un governo condiviso, non parteciperemo alla votazione. Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, ritira fuori il nome di Marini, che aveva preso 521 voti (contro i 395 di Prodi): «Lo ripresentino e noi lo rivotiamo» ha detto al Mattino.
LEGA – L’ipotesi del Napolitano-bis piace anche alla Lega. Luca Zaia, presidente del Veneto, spiega: «Si deve valutare l’ipotesi di un candidato condiviso e perché no anche Napolitano. Siamo alla quinta votazione e lo spettacolo che stiamo dando ai cittadini è indegna». Anche da Scelta Civica non ci sarebbero difficoltà sul nome di Napolitano, viene spiegato da fonti interne. Contrari invece i 5 Stelle, fermi sul nome di Rodotà: «Sarebbe dare continuità al nulla: l’Italia ha bisogno di un cambio di passo» spiega Sebastiano Barbanti.
PD – Tra i parlamentari del Pd la sensazione di disagio e l’amarezza sono palesi e Matteo Renzi definisce «inevitabili e sagge» le dimissioni di Pier Luigi Bersani. I giovani eletti con le primarie, che hanno votato Prodi alla quarta votazione, si sono autoconvocati per il pomeriggio alla Camera in Sala Berlinguer. «La vera questione è ora decidere se si sceglie un presidente espressione del centrosinistra ma largamente condiviso o se si preferisce inseguire il Movimento 5 stelle» è il duro commento del leader dell’area popolare-democratica del Pd, Beppe Fioroni. E Renzi su Facebook: «Spero che i grandi elettori facciano il loro dovere, con trasparenza e senza i disgustosi giochini di venerdì».