La protesta davanti alla sede della società di recapiti a San Giuliano Milanese. Senza più stipendio settanta operai che lavoravano per una cooperativa appaltatrice del corriere espresso Dhl
MILANO – Una settantina di operai con famiglia, quasi tutti extracomunitari, lasciati a casa da un giorno all’altro con un semplice fax, senza cassa integrazione né liquidazione, e senza spiegazioni. Questa la denuncia dei lavoratori, che da giorni organizzano presidi davanti alla sede Dhl di San Giuliano Milanese: si tratta di dipendenti della cooperativa Padana Servizi, che per anni hanno lavorato esclusivamente per il corriere internazionale.
LICENZIATI IN TRONCO – Il 18 gennaio Dhl, dalla sera alla mattina, ha comunicato che di loro non c’era più bisogno. Il corriere dice di non avere colpe e di avere soltanto tolto un appalto nell’ambito di una normale riorganizzazione del lavoro. Anche la cooperativa dice di non avere responsabilità se, persa la commissione, ora non ha più lavoro da dare ai suoi soci. Più di sessanta lavoratori sono rimasti, però, senza un impiego e per questo manifestano. Una protesta proprio nel giorno in cui l’Istat comunica i nuovi numeri sulla disoccupazione in Italia, salita a dicembre all’8,5%, il dato peggiore da 5 anni a questa parte.
Gianmarco Alari e Giuseppe Gaetano (RCD)