La notizia resa nota dalla famiglia. Il decesso è avvenuto nella sua abitazione di Sumirago, in provincia di Varese. L’imprenditore aveva 92 anni.
Lo stilista Ottavio Missoni è morto nella sua casa di Sumirago (Varese), dove si trova anche la sede della casa di moda da lui fondata. Lo stilista nei giorni scorsi era stato ricoverato per uno scompenso cardiaco e insufficienza respiratoria e poi dimesso il primo maggio scorso. L’imprenditore, padre di Vittorio, scomparso il 4 gennaio a Los Roques, in Venezuela, mentre stava viaggiando su un aereo da turismo con la compagna e una coppia di amici, aveva compiuto 92 anni lo scorso 11 febbraio.
I funerali si terranno lunedì alle 14.30 nella basilica di Gallarate. Domenica, dalle 10 alle 18, verrà allestita la camera ardente nel cortile dell’azienda adiacente alla villa di famiglia.
CRISI RESPIRATORIA – Il decesso è avvenuto intorno alle 2 probabilmente a causa dei problemi cardiaci che erano stati alla base del suo ricovero all’ospedale di Varese la scorsa settimana. Accanto aveva la moglie Rosita e tutta la famiglia. Era stato subito dimesso perchè aveva voluto tornare a casa ma le sue condizioni restavano complicate. In questi ultimi giorni, secondo quanto trapela da ambienti della famiglia, appariva molto abbattuto per le sue condizioni ma non c’erano avvisaglie di un’imminente fine. Tanto che ieri aveva voluto vedere in televisione un incontro sportivo. Le sue condizioni sono peggiorate durante la notte. Chi frequenta la famiglia Missoni, dice che dopo la tragedia che ha colpito il figlio Vittorio, non si era mai ripreso. Una tragedia che ha cambiato la vita di tutti i Missoni, anche se, con la forza dell’amore mai rassegnato, le ricerche sono continuate con tenacia e così anche l’attività dell’azienda. Mentre la seconda figlia, Angela, portava avanti, con il sorriso sul viso e il dolore nel cuore, il grande marchio fondato dai genitori, suo fratello Luca si era impegnato in prima persona nelle ricerche.
Tre figli e nove nipoti – tre per ogni figlio – per una grande famiglia che ha vissuto mesi difficili e il grande cuore di Tai temprato da una vita nello sport, non ha retto al peso di una età fiaccata dal dolore.
FAMIGLIA SIMBOLO – In casa Missoni, al momento del decesso, si trovavano i figli, Angela e Luca, oltre alla mamma Rosita, che ad Ottavio è rimasta legata per 50 anni, condividendo una vita di lavoro e di affetti. La sede di Sumirago dell’azienda, dove lavorano 250 persone, è regolarmente aperta. Il sindaco, che si recherà nelle prossime ore a fare visita alla famiglia, per portare le condoglianze a nome dell’amministrazione comunale, parla di «una famiglia simbolo della moda che è un onore avere nella nostra comunità».
OLIMPIONICO – Nato nel 1921 a Ragusa, ora Dubrovnik, Ottavio Missoni era cresciuto a Zara. Si considerava triestino d’adozione ma si sentiva dalmata e diceva: «Noi della costa non siamo nè danubiani nè balcanici, e se qualcuno oggi la chiama Croazia del Sud io insisto a dire che è Dalmazia». Nel 1935, a 14 anni, Missoni aveva cominciato a praticare seriamente l’atletica, nei 400 piani e nei 400 ostacoli. Nel 1939 era diventato campione mondiale studentesco a Vienna e dopo la guerra, che gli aveva portato via i migliori anni per lo sport, aveva partecipato alle Olimpiadi di Londra nel 1948 (classificandosi al sesto posto nella finale dei 400 ostacoli e correndo la staffetta 4×400) ed era poi arrivato quarto agli europei del 1950. Nella sua carriera ha vestito 23 volte la maglia azzurra e conquistato 8 titoli italiani.
IL SUCCESSO – A Londra Ottavio aveva conosciuto Rosita Jelmini, figlia di imprenditori tessili lombardi e con lei, diventata sua moglie, iniziò a sviluppare la sua attività, già iniziata da solo con una piccola produzione di indumenti sportivi, il nucleo di quell’impresa che avrebbe portato la coppia sulle vette della moda. Agli esordi, la coppia aprì un laboratorio a Gallarate. Il salto avvenne nel 1958, quando la Rinascente commissionò ai Missoni 500 abiti a righe. Dall’esigenza creativa si sviluppò la ricerca tecnica. Nel 1969 «Tai» e Rosita costruirono lo stabilimento e la casa di Sumirago, dove ancora adesso la famiglia vive e lavora, casa e bottega. All’inizio degli anni 70 arrivò il successo mondiale: arazzi coloratissimi, patchwork, righe e fiammati arcobaleno e il famoso «put together», espressione con cui Ottavio spiegò agli americani che si trattava di ‘mettere insiemè fantasie di punti e colori che mai nessuno avrebbe osato accostare, in un caleidoscopio di motivi e di tinte.
MAESTRO DEL COLORE – Maestro di stile, Ottavio Missoni ha fatto dell’uso del colore il suo cavallo di battaglia. Il motivo geometrico, distintivo della maglieria Missoni, lo ha reso celebre in tutto il mondo, diventando uno dei ‘signori’ dell’alta moda. La sua sensibilità agli accostamenti cromatici ha incontrato una sapiente tecnica sartoriale, che ha dato origine alla particolarità del suo stile: la fantasia a zig-zag. La più rappresentativa della casa