DECRETO SVILUPPO: Le coperture dai tagli della Pubblica amministrazione. Esclusione dell’Imu per gli immobili delle imprese, nasce l’Agenzia Italia Digitale e partono contributi per le aziende.
ROMA – Dopo innumerevoli indiscrezioni, è stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto Sviluppo: in tutto 61 articoli e 70 pagine. Ecco le principali novità: arriva l’esclusione dall’Imu per le aziende, nasce l’Agenzia Italia Digitale e partono sul web contributi a imprese oltre mille euro. Le coperture necessarie a finanziare alcuni articoli del decreto saranno fatte mediante tagli alla pubblica amministrazione e ai ministeri.Nel provvedimento sviluppo sono confluiti «svariati interventi» e «quello che oggi andiamo ad aggiungere nel mosaico crescita sono dei tasselli: altri ne verranno, ogni mese ci sarà un pezzo che si aggiunge». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, in conferenza stampa al termine del consiglio dei Ministri. Mentre Monti ha parlato «di un corpo organico e molto robusto del lavoro del ministro Passera».
IMU – Molto atteso sia dai partiti di maggioranza che di opposizione, il decreto Sviluppo approvato spazia dagli incentivi alle imprese, alla giustizia, le infrastrutture, l’ambiente fino ad arrivare all’agenda digitale. Per l’Imu è stato stabilito che verranno esentati dalla tassa, le aziende per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei lavori (immobili, magazzino, fabbricati costruiti e destinati alla vendita). Passa invece dal 36% al 50% la quota di detrazione Irpef per la riqualificazione energetica (fino al 30 giugno 2013). Nasce anche l’Agenzia per l’Italia digitale con la conseguente soppressione di DigitPA e dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. Novità per l’agricoltura: viene istituito infatti per l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, un fondo per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti nel territorio italiano. Prorogata invece al 31 dicembre 2012 l’emanazione del decreto che avrebbe dovuto adottare disposizioni per impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente.
INCENTIVI – Per le imprese, arriva un credito d’imposta del 35%, con un limite massimo pari a 200 mila euro annui, per l’assunzione di personale qualificato. Ma non solo: le aziende colpite dalla crisi con prospettive di ripresa, non saranno obbligate a dichiarare il fallimento ma potranno ricorrere direttamente al concordato preventivo. Arrivano le obbligazioni da parte delle società di progetto sul modello europeo. I project bond saranno «appetibili per gli investitori» per realizzare nuove infrastrutture anche grazie al capitale privato.
ENERGIA – «Nel decreto legge per lo Sviluppo che stiamo finalizzando in questi giorni sono contenute norme importanti anche per lo sviluppo del settore energetico a beneficio dei consumatori», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera in un messaggio inviato all’apertura del Festival dell’Energia in corso a Perugia fino al 17 giugno. «I decreti per l’incentivazione all’energia rinnovabile elettrica che saranno pubblicati a breve – osserva Passera – e quello in preparazione per le rinnovabili termiche e l’efficienza energetica sosteranno fortemente gli investimenti». Proprio sulla green economy, il provvedimento in esame prevede finanziamenti a tasso agevolato che saranno concessi ai progetti di investimento che prevedono l’occupazione aggiuntiva a tempo indeterminato di giovani con età non superiore ai 35 anni alla data dell’assunzione.
COMMENTI – Cominciate già le prime critiche: «Sia pur con molta lentezza il decreto sviluppo prende corpo, si poteva fare di più e meglio – ha detto il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri -. Ovviamente siamo aperti a tutte le misure utili al rilancio dell’economia e apporteremo senza dubbio modifiche per migliorare il lavoro dei tecnici sempre più deludente». «Mi pare che non vi sia nessun intervento pubblico finalizzato all’occupazione» ha polemizzato Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista.