Il comunicato mensile con cui l’Istat distribuisce i dati provvisori sulla crescita dei prezzi quasi quasi non sorprende più.Eppure anche oggi l’Istat conferma che la crescita dei prezzi non conosce soste: la spesa delle famiglie italiane è cresciuta nell’arco di un anno di quasi 1.000 euro.Le voci di spesa su cui questi aumenti si concentrano sono la manutenzione della casa (soprattutto l’energia), che assorbe oltre la metà dell’aumento di spesa, e i prodotti alimentari.Già conosciamo le ragioni utilizzate per giustificare questi aumenti: cresce il costo del petrolio e dei carburanti, cresce il costo delle materie prime alimentari …Ma è davvero così? Abbiamo molte riserve in merito. L’aumento di costo dei fattori produttivi è naturalmente fuori discussione. Ma a nostro parere sono sempre più numerosi i segnali di comportamenti speculativi, che intendono approfittare della situazione instabile del mercato per provocare aumenti di prezzo assolutamente ingiustificati. Un esempio? Il caso del burro. Negli ultimi 6 mesi il prezzo all’origine del burro (quello che pagano le aziende produttrici quando lo acquistano dagli allevatori) è sistematicamente calato: a marzo i produttori pagavano il burro all’origine ben il 40% in meno rispetto a 6 mesi prima. Tuttavia i consumatori, nei negozi, continuano a pagare sempre di più: a marzo l’11% in più rispetto a 6 mesi fa. Rincari ingiustificati, che lasciano intendere l’esistenza di manovre speculative.
Contro il carovita
L’adozione di una vera e propria politica fiscale sui consumi può essere uno dei mezzi per ridurre il carovita e per consentire il recupero del potere di acquisto da parte delle famiglie.Bisognerebbe per esempio escludere dalla base imponibile Iva qualsiasi voce di spesa che si configuri già come imposta o tassa. Questo avrebbe la duplice funzione di eliminare un assurdo fiscale – il fenomeno della “tassa sulla tassa” – e di limitare per esempio l’effetto del rincaro dei costi dei combustibili sulle tasche degli italiani. Allo stesso modo, occorrerebbe ridurre/sterilizzare le imposte non solo sui carburanti, ma anche sulle utenze luce, gas, e su altri beni/servizi di consumo, come conti correnti, telefonia, Rc auto.Chiediamo inoltre che i beni che fanno parte dell’alimentazione base delle famiglie italiane (come carne e suoi lavorati, pesce, yogurt, miele, marmellate, prodotti a base di cereali) vengano inclusi fra quelli tassati con aliquota Iva ridotta al 4%.
Capitolo di spesa | Aumento annuo |
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Alimentari, bevande e tabacchi | 297,49 |
Abbigliamento e calzature | 32,13 |
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili | 530,99 |
Mobili, articoli e servizi per la casa | 62,73 |
Trasporti | 221,40 |
Aumento totale annuo |
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