Dengue e Chikungunya. Sono queste le due malattie per le quali l’Italia è considerata un Paese potenzialmente a rischio da Annelies Wilder-Smith, curatrice della guida “Viaggi e salute nei cinque continenti” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (un manuale concepito per i viaggiatori che ogni anno fornisce informazioni aggiornate sui principali rischi sanitari nel mondo).
Il timore dipende dal fatto che nell’agosto scorso si è verificata un’epidemia di Chikungunya nelle Province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna. Ricordiamo però che grazie all’intervento del Servizio sanitario della Regione Emilia Romagna l’epidemia è stata contenuta subito ed estinta in tempi rapidi e che il ministero della Salute ha dichiarato che la regione Emilia Romagna non è più a rischio di trasmissione per il virus: l’ultimo caso confermato risale infatti al 28 settembre scorso (214 casi accertati in tutto).
L’allarme per l’epidemia di Chikungunya non era dettato tanto dalla preoccupazione per la malattia in sé, che ha un decorso benigno, quanto dal fatto che il veicolo dell’infezione, cioè la zanzara tigre, potenzialmente potesse rendere endemica la malattia in Italia (cioè diffusa e permanente nel territorio) e, cosa più grave, portare nel nostro Paese virus ancora più pericolosi, come ad esempio quello della Dengue, una febbre molto grave (accompagnata da mal di testa acuti, forti dolori agli occhi, ai muscoli e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle), trasmessa anch’essa solitamente dalla stessa famiglia di zanzare e presente nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medio Oriente, e altre zone del Pacifico.
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