Il quotidiano finanziario non crede alle promesse del governo Berlusconi
La bibbia della finanzia mondiale non crede che la svolta nucleare, promessa dal governo italiano, possa tradursi in realtà. Le centrali non saranno mai costruite. E’ questo ciò che afferma il Wall Street Journal.
Tre – scrive Henry Sokolski, direttore esecutivo del Nonproliferation Policy Education Center – le ragioni fondamentali che ne impediranno la realizzazione: costi di costruzione alle stelle; i tempi di realizzazione, da 10 a 20 anni; le resistenze della popolazione. Oltre al fatto gli ingenti investimenti in un Paese che “ha il terzo debito pubblico del mondo”.
Si tratta di un attestato di scarsa stima e attendibilità nei nostri confronti, nonostante il fronte dei “nuclearisti” stia rapidamente ingrossando le proprie fila.
E’ stato il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, a dare il “là” alla querele sul nucleare, annunciando il proposito di costruire di nuove centrali a partire dal 2013. Intenzione, peraltro prevista dal programma del Pdl, che ha trovato ampi consensi bipartisan. Su tutti, il sì incondizionato alla svolta energetica è arrivata da Confindustria.
E gli italiani? Il sondaggio di Virgilio Notizie dice che oltre il 64% è favorevole al ritorno dell’energia atomica. Una bella giravolta rispetto all’autunno dello scorso anno, quando chi voleva le centrali era appena il 38%.
Tutto da verificare se tali favori “atomici” troveranno conferma nel momento in cui dalla teoria si passerà alla pratica, ovvero all’individuazione dei siti che accoglieranno i nuovi reattori.Qualche timore su possibili rivolte di piazza è più che fondato. E questo lo sa anche Scajola che ha, infatti, proposto d’introdurre sconti sulle bollette elettriche delle popolazioni il cui territorio ospiterà nuovi reattori atomici.
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