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PROGETTO OLPC: UN COMPUTER A OGNI BAMBINO

OX: un portatile per i bimbi dei Paesi poveri

Da un’idea del guru Nicholas Negroponte, nasce un portatile che non assomiglia a nessun altro. Pensato per i bimbi dei Paesi in via di sviluppo, XO si propone come strumento per ridurre il divario digitale.


“Ogni bambino dovrebbe avere il suo computer portatile. Solo così possiamo pensare di portare nei Paesi in via di sviluppo le conoscenze e le abilità necessarie al riscatto delle future generazioni”.

Si può sintetizzare così l’assunto da cui muove l’iniziativa Olpc (One Laptop Per Child, un portatile per ogni bambino), ideata da Nicholas Negroponte. Lui è un guru dell’informatica, fondatore all’inizio degli anni 80, all’interno del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, del Media Lab, fucina di idee innovative e culla della ricerca sulle tecnologie digitali e sulle loro applicazioni. L’idea è di superare quel divario digitale tra l’Occidente e i Paesi poveri che sembra incolmabile, con l’aiuto di un pc a bassissimo costo, estremamente resistente alle condizioni ambientali più impervie, con un’interfaccia amichevole che si ispira ai principi del costruttivismo (in estrema sintesi, imparare facendo) adatta ai bambini dai 6 ai 10 anni.

Dai governi alle persone


Nel 2005 nasce l’organizzazione no-profit che ha lo scopo di progettare, costruire e distribuire i laptop vendendoli ai governi dei Paesi in via di sviluppo perché questi li ridistribuiscano alla popolazione, dandone letteralmente uno a ciascun bambino in età scolare. Il laptop XO è piccolo e leggero, davvero portatile, e ha installati programmi open source, quindi gratuiti e collaborativi. Costa poco (anche se non i 100 $ che erano l’obiettivo iniziale) e siccome le prime esperienze pilota riscuotono un buon successo, alcuni governi si interessano all’acquisto di grandi quantitativi di computer. Nel 2007 Perù e Uruguay hanno predisposto un primo consistente ordinativo di laptop, distribuiti ai bambini nell’anno successivo.
Ma gli ordini governativi vanno a rilento e Olpc lancia a novembre del 2007 negli Stati Uniti e in Canada un’iniziativa destinata a essere replicata anche altrove: Give 1 Get 1. Ovvero dona uno e prendi uno. In pratica ai cittadini residenti in Nord America viene data la possibilità di acquistare per sé, o meglio per i propri figli, un laptop XO, pagandone però due: uno viene donato a un bambino di un Paese coinvolto nel progetto. L’iniziativa ha un buon successo e viene prolungata fino alla fine dell’anno. Attualmente Olpc continua a ragionare sui due fronti: vendere grossi quantitativi ai governi e dare la possibilità ai privati, nei Paesi in cui ciò si riesce a organizzare, di comprare e donare singoli computer. Come vedremo è il caso dell’Italia.

Nasce la concorrenza


Esistono anche altri prodotti simili al laptop XO, seppur non pensati per la stessa finalità. Uno di questi è Eee Pc di Asus, venduto a 299 euro, (vedi HT n. 6, marzo 2008): mentre scriviamo è in uscita un nuovo modello Eee Pc 900 a 399 euro. Si affaccia sul mercato anche Intel, un tempo partner del progetto Olpc ma in seguito fuoriuscita, che crea Classmate, un’architettura per computer low cost a scopi educativi. Ci crede Olidata, che lancia JumPc (299 euro), un computer pensato per i bambini da 6 a 10 anni, e sono in arrivo analoghi portatili di HP, Dell e Acer. Il pc della Asus assomiglia più a un laptop tradizionale, sia pure di piccole dimensioni, mentre JumPc ha l’aspetto di un giocattolo più che di un comnputer. XO resta comunque l’unico pensato appositamente per i Paesi in via di sviluppo.

Windows contro l’Open source: scenari futuri


A Boston non è la concorrenza il vero problema, anzi, si dicono enstusiasti di aver “lanciato una moda” perché la proliferazione di pc a basso costo rende l’obiettivo di dare “un laptop a ogni bambino” più facilmente realizzabile.
A creare non poche preoccupazioni a Negroponte è semmai la scelta di stringere un accordo con Microsoft per caricare sui laptop un sistema operativo targato Windows. Sembra che l’approccio sarà quello di consentire il dual boot, la possibilità di avviare il pc in modalità Windows o con il sistema operativo open source Linux.
Ma ad alcuni collaboratori di Negroponte la cosa non va giù. Aprire la porta al software proprietario è stato vissuto come un tradimento rispetto all’idea originaria. Così, personaggi di spicco come Walter Bender, ex presidente di Olpc, lasciano. Dal quartier generale di Boston controbattono che l’accordo consente di ampliare le possibilità di utilizzo del pc e apre la porta a molte applicazioni didattiche già esistenti in ambiente Windows. Inoltre pare che alcuni Paesi, come l’Egitto, abbiano fatto espressa richiesta dei computer con sistema operativo Windows.
Chissà se questo svilirà le intenzioni iniziali o al contrario renderà più facile raggiungere gli obiettivi, in termini di diffusione, consentendo quindi anche di abbassare il prezzo? È presto per dirlo. Nel frattempo in pentola bollono altri progetti. Per esempio XO-2, il laptop di prossima generazione, progettato tenendo conto delle richieste e osservazioni di chi ha già usato il portatile. La nuova versione sarà probabilmente più piccola, interamente touch screen e più simile a un libro elettronico.

 

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PROGETTO OLPC: UN COMPUTER A OGNI BAMBINOultima modifica: 2008-07-11T23:57:07+02:00da
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