«Ci siamo resi conto che il Web si è evoluto, passando da semplici pagine di testo ad applicazioni complesse e interattive che spingono a un ripensamento completo del concetto di browser», scrive sul blog ufficiale di Google, Sindar Pichai, vice presidente del product management di Google, insieme a Linus Upson, direttore engineering del motore di ricerca. Il colosso di Mountain View ha così confermato le voci sul lancio del programma, dopo avere per sbaglio inviato via mail al sito Blogoscoped.com un album a fumetti (c’è anche un pdf scaricabile da 1Mb), disegnato dal famoso Scott McCloud, in cui si spiega come funzionerà il software. Da lì il tam-tam del web è rimbalzato per i vari blog dedicati al settore costringendo Google all’annuncio ufficiale del nuovo prodotto. La società ha spiegato che al momento “Google Chrome” è ancora in fase di sviluppo, ma entro poche ore verrà rilasciata una versione beta utilizzabile con sistema operativo Microsoft Windows. Maggiori dettagli sono disponibili qui.
«Perché abbiamo lanciato Google Chrome? Perché crediamo di poter aggiungere valore per gli utenti e, allo stesso tempo, di poter guidare l’innovazione sul web. Tutti noi in Google spendiamo molto tempo lavorando su un browser. Cerchiamo, chattiamo, collaboriamo in un browser. […] Avevamo bisogno di ripensare completamente il browser. Ciò di cui realmente abbiamo bisogno non è solo un browser, ma anche una moderna piattaforma per pagine web e applicazioni, ed è questo ciò che stiamo per andare a costruire».
Le caratteristiche
Sundar Pichai nel suo post descrive in estrema sintesi le novità di Google Chrome: dopo un lavoro di ricerca e realizzazione di circa due anni, il browser ha abbandonato i concetti base degli altri programmi simili puntando principalmente al Web 2.0, alla stabilità e alla velocità di navigazione. Il motore del software è WebKit, nato da KHTML di Konqueror su Linux e implementato nel corso degli anni da Apple, che lo utilizza nel suo browser Safari, già utilizzato da Google per la realizzazione del browser della piattaforma Android. La velocità sarà garantita da una macchina virtuale per l’esecuzione dei javascript, riscritta da zero e chiamata “V8”, definita da Pichai più rapida di qualsiasi altra in circolazione.
Chrome adotta un principio originale per la gestione della memoria. Ciascuna tab di navigazione risiede in un processo separato e questo, spiegano, garantisce diversi vantaggi: primo su tutti, una occupazione ridotta e più razionale della memoria di sistema. Ciascuna pagina web godrà di totale indipendenza: se questo da un lato eliminerà i crash che fanno chiudere l’intero browser per colpa di una sola finestra, dall’altra garantirà anche maggiore velocità operativa e sicurezza. Le diverse tab potranno essere spostate, raggruppate in modo razionale e personalizzato da parte dell’utente. Inoltre, Google Chrome offre di default l’apertura delle 9 tab maggiormente utilizzate da parte dell’utente, come già offrono altri programmi come Opera.
Per ribadire l’originalità di Chrome, Google ha anche variato l’interfaccia: le tab migrano da sotto la barra degli strumenti alla sommità della finestra, a sottolineare l’indipendenza delle pagine che potranno essere facilmente separate in finestre distinte o riunite, magari riorganizzandole per argomento. Il tutto, garantiscono i tecnici disegnati nei disegni, è stato ampiamente testato da Google stessa su milioni di pagine web, così da garantire la rispondenza agli standard e la capacità del browser di confrontarsi con veri siti.
La gestione separata dei Tab assicura anche una maggior sicurezza. Per quanto riguarda la protezione da phishing e malfare, Google Chrome sfrutterà i filtri anti-phishing costantemente aggiornati dal motore di ricerca. Per valutare quante risorse hardware sono utilizzate dal browser e dalle singole Tab, Google ha implementato una sorta di task manager dedicato.
C’è pure quello che è già stato definito il “porn-mode”, la modalità di navigazione che non lascia traccia nella cronologia, non verranno nemmeno creati cookies. Il tutto molto simile alle funzionalità di altri browser, come anche annunciato per Internet Explore 8 beta 2.
Chrome sarà open source, cosicché lo scambio di idee con programmi analoghi possa essere continuo e proficuo per tutti. Il tutto, naturalmente, con l’integrazione di Google Gears, progetto per poter usare le applicazioni web di Google sia online che offline. Se prenderà piede, sarà proprio questa funzionalità che porterà i nuovi utenti che ancora usano il computer solo per scrivere testi e guardare mail, senza navigare sul web.
La guerra dei browser
Con Google Chrome, il colosso di Mountain View sfida Internet Explorer 8 di Miscrosoft, Firefox 3 di Mozilla e Safari di Apple sul terreno dei browser. Dopo la caduta di Netscape il mondo dei navigatori sembrava doversi accontentare di Explorer (ha ancora il 52% degli utenti, secondo i dati del W3) con tutta la sua routine di vulnerabilità e patch. Negli ultimi anni Firefox è riuscito a erodere il monopolio di Microsoft (raggiungendo il 42,6% nel luglio 2008), ma i suoi ritmi di crescita si sono notevolmente ridotti: alcune proiezioni indicano che con la nuova versione di Explorer, il browser potrebbe tornare al di sopra dell’80%.
Da tempo, si parlava dell’arrivo di Google. A Mountain View non sembravano interessanti, soprattutto dopo i falliti tentativi di Google Desktop e Google Talk, che non avevano sfondato. Ora l’annuncio forzato rivela lo scetticismo stesso di Google che, in attesa di vedere i risultati di questo nuovo esperimento, ha rinnovato comunque un accordo con la Mozilla Foundation – in base al quale per ogni ricerca eseguita all’interno di Firefox tramite il box con il marchio Google Mozilla guadagnerebbe delle commissioni – siglato pochi giorni fa e che durerà fino al 2011.
Arrivano, intanto, già i primi giudizi. Mentre alla Microsoft danno il benvenuto al nuovo arrivato, ma si dicono sicuri che Internet Explorer 8 avrà maggior successo, John Lilly, ad di Mozilla, ammette che si aspettava questa mossa perché era logica: «Google lavora al 100% sul web, inevitabilmente prima o poi avrebbe dovuto estendere il proprio raggio d’azione».