Los Angeles Times in Pennsylvania: ma preferiscono Obama.
C’è una fetta cospicua di elettorato americano dietro a cui corrono entrambi i candidati alla Casa Bianca: le donne lavoratrici di classe media o bassa, soprattutto negli Stati bianchi del Midwest, quelli che faranno la differenza il 4 novembre. Donne con pochi soldi e poca voglia di ispirarsi a grandi ideali. Che avrebbero potuto votare per Hillary Clinton, se fosse diventata la candidata democratica; e adesso sono un ricco premio in palio. E’ anche pensando a loro che a sorpresa la settimana scorsa John McCain, il repubblicano, ha scelto come candidata vicepresidente la giovane governatrice dell’Alaska Sarah Palin. Piace agli ultraconservatori perché è religiosissima e ha 5 figli. Ma dovrebbe piacere alle donne perché è piena di grinta e concilia la famiglia e il lavoro. E’ così? Non proprio, secondo un reportage del Los Angeles Times che è andato nella profonda Pennsylvania e di donne lavoratrici ne ha intervistate un paio di dozzine. Non un campione statistico, ma abbastanza significative se quasi tutte dicono: preferisco Barack Obama. Il candidato democratico è nero, è maschio, non è Hillary Clinton, ma convince di più. Così Trish Heckman, cuoca, 49 anni, che avrebbe votato Clinton si è interessata quando McCain ha annunciato Sarah Palin, ha seguito i dibattiti, ha acceso la tv per seguire il discorso della signora alla Convention repubblicana. Heckman guadagna 10 dollari e mezzo l’ora e ha una figlia che vorrebbe mandare all’università. “Volevo tanto che Hillary vincesse. Ma quando ho visto Sarah non mi ha convinto. Io non ho pensione. Obama capisce come funziona l’economia. Sa come viviamo”. Siamo a Uniontown, ex cittadina mineraria ai piedi dei monti Appalachi. E non è questione di fedeltà politiche: in questo centro della Pennsylvania come in molti posti attraverso l’America l’elettorato è fluido, voterà per chi lo convince di più. Li chiamano i “colletti blu”, gli operai e lavoratori, e sono loro che potrebbero fare la differenza fra Obama e McCain, in un paese che ha scoperto di avere da agosto la cifra di disoccupati più alta da 5 anni. Fra i maschi bianchi d’America, McCain ha la maggioranza. Obama, che sarebbe il primo presidente nero, naturalmente conquista tutto il voto afroamericano. Forse può anche portare a votare per la prima volta parecchi afroamericani, abbastanza da avere un impatto. Ma in queste condizioni le donne della classe media sono cruciali. Lo sa bene anche Obama che nel suo discorso di investitura alla convention di Denver parlava anche a loro. Ricordando gli sforzi fatti dalla mamma e dalla nonna (bianche) per far studiare lui e la sorella; parlando della nonna che veniva ignorata per promuovere i colleghi maschi; dell’amore per le sue bambine che devono avere pari opportunità . E parlando dei malati: la madre morente di cancro che lottava con le assicurazioni. Donne, donne, donne forti attorno a lui. Secondo il Los Angeles Times, le oltre venti donne di Uniontown non si fanno convincere solo dai discorsi. Pensano al prezzo del latte che ha raggiunto quasi i 5 dollari a gallone, o alla copertura sanitaria che non possono permettersi. Judy Artice, cameriera in un ‘diner’, un ristorante sulla strada, riteneva che Palin fosse “la candidata perfetta” dopo averla sentita parlare mercoledì sera. Ma aveva già deciso che avrebbe votato per il primo candidato che avesse menzionato i prezzi della benzina. “E accidenti a me, è stato Obama” dice, servendo il pranzo. Infine, afferma il Times della costa ovest, ci sono i sondaggi. Palin, contraria all’aborto anche in caso di stupro o incesto, non per questo certamente conquisterà le donne moderate. Anzi, di lei si fiderebbero soprattutto gli uomini. Secondo un sondaggio National Journal/Hotline pubblicato venerdì, il 49% dei maschi intervistati pensava che sarebbe in grado di fare il presidente (se dovesse succedere a John McCain, che ha 72 anni e non è in grande salute). Ma solo il 41% delle donne si fiderebbe di Sarah Palin.
Sarah Palin non convince le donne e taglia i fondi alle madri
Sarah Palin governatrice dell’Alaska
La vice di McCain, Sarah Palin, da governatrice dell’Alaska, utilizzo’ il suo potere di veto per tagliare i fondi ad un programma di sostegno alle ragazze madri. Un paradosso per la candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti, che si trova al centro delle cronache per la gravidanza della figlia diciassettenne, Bristol. Il ‘Washington Post’ riporta la notizia oggi proprio mentre la Palin si prepara a tenere il suo discorso alla convention repubblicana a Minneapolis. Ma a preoccupare la Palin sono soprattutto i sospetti sull’utilizzo di fondi federali per progetti di interesse locale. Lei avrebbe esercitato una influenza indebita in questo affare su cui indaga una commissione parlamentare dell’Alaska. E se Laura Bush dice: sono fiera che sia una repubblicana la donna che per la prima volta deiventerà vicepresidente, le femministe democratiche promuovono un sondaggio tra le donne che mostra come l’elettorato femminile americano sia in maggioranza favorevole al ticket Obama – Biden, sono il 52% del campione, contro il 41% orientato a votare il repubblicano Mc Cain e la governatrice dell’Alaska.