Immigrato «detenuto» nel corridoio del commissariato. agenti: condizioni vergognose
Monza: foto-denuncia del Siap, un sindacato dei poliziotti
MILANO — Le serrature delle celle di sicurezza sono così malandate, trasandate, rabberciate, che si possono aprire dall’interno. Ma il ragazzo che vedete nella foto tonda, un immigrato, nelle celle di sicurezza non c’è mai entrato. Non c’era posto. Erano strapiene. E così gli agenti l’hanno ammanettato dove capitava. A un palo, una qualunque colonna nel corridoio d’ingresso. Tra persone con in mano denunce, tra gente in attesa del rinnovo del passaporto, tra poliziotti e bicchieri di caffé, interrogatori, faldoni, inchieste aperte e inchieste chiuse.
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La foto choc dell’immigrato ammenettato a un palo del commissariato |
Sempre secondo quanto raccontato dal Siap, l’immagine risale allo scorso inizio anno, ma da allora a oggi «è ricapitata altre volte». Succede così, in certi giorni: le celle di sicurezza, probabilmente in conseguenza di una tornata di arresti e di retate nel corso della notte, non sono fruibili. La pattuglia rientra. In compagnia di un fermato. Il suo posto, sarebbe nelle celle di sicurezza. «No, lì no, non si può». E allora, dove? Dove capita. Ecco, per esempio qui. C’è una colonna, è un punto di passaggio, sì, ma non troppo, magari non dà eccessivamente nell’occhio. L’immigrato viene ancorato alla colonna. E lasciato così. Se più tardi, casomai, qualcuno verrà portato via, magari, ci sarà il trasferimento nelle celle di sicurezza. In ogni modo, «non c’è soltanto il caso di Monza. Questa è una situazione comune a molti commissariati». E però, «oltre alle celle di sicurezza fuori uso, quello di Monza conta altri nodi irrisolti». Sebbene gli archivi siano stipati di carta e faldoni, l’impianto antincendio è fuori norma e come se non bastasse il personale in servizio è «sottodimensionato rispetto alle esigenze»