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In manette avvocato dei boss Lo Piccolo e procuratore vicino a Palermo calcio

 

Sia il legale che l’altro arrestato, giovanni pecoraro, gestivano giocatori delle giovanili. Marcello Trapani, penalista dei due capi mafiosi, li avrebbe aiutati durante la latitanza

 

PALERMO – Un avvocato e un procuratore di calcio, ritenuti vicini ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, sono finiti in carcere a Palermo. Si tratta dell’avvocato Marcello Trapani, penalista, accusato di associazione mafiosa e di Giovanni Pecoraro, che ha anche lavorato per la società del Palermo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione.

L’ARRESTO – L’avvocato Trapani era stato nominato difensore di fiducia dai boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Il penalista, che è anche procuratore sportivo per conto di molti giovani calciatori del Palermo, avrebbe fatto da tramite con i capimafia e alcuni imprenditori che avevano interesse a contattare i Lo Piccolo. A Marcello Trapani viene anche contestato di avere acquistato un giubbotto antiproiettile per conto dei Lo Piccolo, durante la loro latitanza. Il penalista, secondo quanto emerge dall’inchiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, avrebbe anche fatto avere ai boss materiale giudiziario che riguardava inchieste sulle cosche mafiose. Le intercettazioni, non solo ambientali ma anche video, effettuate nello studio del penalista hanno fatto emergere che Trapani quando incontrava Calogero Lo Piccolo, figlio del capomafia non parlava, ma i due si scambiavano «pizzini» in modo da tentare di evitare le intercettazioni. I foglietti sono stati poi recuperati dagli investigatori tra i rifiuti in cui venivano buttati.

INTIMIDAZIONI – Intimidazioni ai dirigenti del Palermo Calcio sono state commissionate in passato dagli uomini dei Lo Piccolo. Il retroscena emerge dall’inchiesta che ha portato all’arresto di Trapani e Pecoraro. Il collaboratore di giustizia Andrea Bonaccorso ha infatti confessato di essere stato l’autore dell’intimidazione rivolta all’ex direttore sportivo del Palermo Rino Foschi, al quale tre anni fa venne recapitata un testa d’agnello mozzata. Secondo il pentito il gesto venne compiuto su mandato dei boss Lo Piccolo, che volevano partecipare alla spartizione di alcuni appalti commissionati dal presidente Maurizio Zamparini e che riguardavano affari personali e non del Palermo Calcio. Gli inquirenti sottolineano nel provvedimento che ha portato all’arresto dei due professionisti, che Zamparini non si è mai piegato alle intimidazioni ed ha, anzi, allontanato alcune persone dalla società sportiva in modo da evitare qualsiasi interferenza da parte dei mafiosi.

In manette avvocato dei boss Lo Piccolo e procuratore vicino a Palermo calcioultima modifica: 2008-09-24T16:32:11+02:00da
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