Videosorveglianza. Unità speciali controllano scuole, ospedali e società private. Nel mirino telecamere camuffate e l’uso di internet.
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INTERNET – In una nota il garante per la privacy sottolinea che «sempre più frequente risulta la condivisione, soprattutto in ambito locale, di sistemi di videosorveglianza tra soggetti privati e pubblici (ad es., tutela di beni aziendali e prevenzione e repressione dei reati), senza un’adeguata regolamentazione dei casi in cui le immagini raccolte possono essere utilizzate». In forte sviluppo, rileva l’Autorità per la protezione dei dati personali, anche l’uso di Internet per la trasmissione di dati ripresi dalle telecamere, con conseguenti problemi di sicurezza nella comunicazione telematica qualora i dati non siano protetti da efficaci sistemi di codifica.
TELECAMERE CAMUFFATE – In continuo aumento anche l’impiego di dispositivi miniaturizzati o camuffati che, non essendo immediatamente percepibili come le tradizionali telecamere, richiedono un’informativa agli utenti ben visibile e completa. Sempre più spesso, poi, sottolinea il Garante, sono istituti di vigilanza privatii a gestire sistemi di ripresa di soggetti diversi presso un’unica centrale operativa, con una rilevante concentrazione di immagini. Attraverso i controlli l’Autorità intende acquisire elementi che consentano di verificare, in particolare, l’informazione data al pubblico, il rispetto delle misure di sicurezza, i tempi di conservazione delle immagini in caso di registrazione, i soggetti ai quali i dati vengono comunicati. I soggetti da sottoporre ad ispezione sono stati individuati tenendo conto della dimensione del sistema di videosorveglianza, della loro incidenza in aree aperte al pubblico con una elevata presenza di persone e di minori, dell’utilizzo di tecnologie particolarmente sofisticate o di telecamere non facilmente rilevabili.