COME METTERE D’ACCORDO PORTAFOGLIO E SALUTE
La dieta mediterranea è la migliore. Ma possimao permettercela ancora dopo l’aumento dei generi alimentari? |
Confermati i pregi della «tavola all’italiana». Ma possiamo ancora permettercela? Ce ne siamo accorti tutti: il caro petrolio ha portato con sè anche il caro cibi. Secondo dati della Commissione Europea, In Italia, da luglio 2007 a luglio 2008, i prezzi sono saliti mediamente del 6,7%. Conseguenza: ben il 60% delle famiglie italiane dichiara di aver cambiato menu.
DIETA MEDITERRANEA COSTOSA – E a che cosa rinunciano gli italiani per risparmiare? Ai capisaldi della dieta mediterranea che hanno il difetto di costare sempre di più: sempre secondo la Commissione Europea, in Italia, in un anno, pane e farina sono aumentati del 12,1%, gli oli del 5,8%, la frutta del 7,6%. E il calo dei consumi ha coinvolto anche altri cibi tipici della nostra dieta. Stando a una ricerca della Confederazione italiana agricoltori, nei primi sette mesi del 2008, le flessioni più evidenti hanno riguardato frutta, pane, olio d’oliva, verdure, pesce e vino con diminuzioni nelle vendite dal 4 al 2%. Secondo Eurispes i cali sono stati più sensibili: il pane ha fatto registrare meno 7%, la pasta meno 4,3%, il vino meno 8,4%. Tutto questo mentre uno studio, italiano, pubblicato sul British Medical Journal del 20 settembre, viene a (ri)dirci, sulla base di un’impegnativa rivisitazione di analisi precedenti, che la dieta mediterranea funziona. Sessantadue i lavori presi in considerazione, solo 12 quelli che hanno superato i severi criteri di ammissione, tutti recenti, il più vecchio è del 2003, sei sono europei, cinque americani e uno australiano. Un milione e mezzo le persone seguite per un minimo di tre anni e un massimo di 18. Risultati? «Nove per cento di mortalità complessiva in meno, pressappoco otto anni di vita in più, riduzione del 9% della mortalità per patologie cardiovascolari, del 6% di quella per cancro e del 13% dei casi di Parkinson e Alzheimer» spiega Gian Franco Gensini, direttore del Dipartimento Cuore e Vasi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze.
LE RAGIONI DELL’EFFICACIA – Ma perché la dieta mediterranea è così efficace? «Nessuno è per ora in grado di dire che cosa esattamente “funziona” nella dieta mediterranea. Tutto merito della frutta o del pane? Delle vitamine – e di quali vitamine – o dei minerali? La risposta non c’è, sappiamo solo che il mix mediterraneo funziona. E dico mix non a caso — continua Gensini — perché quando si è provato a ricorrere a integratori, i risultati sono stati deludenti. Evidentemente nelle pastiglie dimentichiamo dei componenti degli alimenti che hanno rilevanza ma che sfuggono alla nostra conoscenza». «L’unica certezza che abbiamo rispetto a un singolo nutriente — prosegue Gensini — riguarda gli omega 3 contenuti nel pesce. Degli omega 3 conosciamo anche il meccanismo d’azione, sappiamo da tempo che sono un antiaritmico, un antiaggregante piastrinico (e, quindi, riducono la possibile formazione di coaguli nel sangue); controllano il livello dei lipidi, soprattutto dei trigliceridi; contribuiscono alla regolazione della pressione arteriosa dando elasticità alle pareti arteriose».
GLI EFFETTI – Ma se la dieta mediterranea funziona per la prevenzione, funziona anche come “cura” dopo un infarto o un ictus? Risponde Francesco Sofi, ricercatore dell’Università di Firenze e primo firmatario dello studio: «Senza dubbio. Anche se gli studi sulla prevenzione secondaria sono meno numerosi sappiamo che dopo un incidente cardiovascolare la dieta mediterranea è efficace quasi quanto l’aspirina nel ridurre il rischio di ulteriori episodi. Quello che ci preme sottolineare è che anche se non si adotta in tutto e per tutto un menù mediterraneo i benefici ci sono. E lo dimostra proprio il nostro studio. Nella ricerca abbiamo valutato con un punteggio da uno a nove l’aderenza alla dieta mediterranea. Chiarisco: stabilito che la dieta adottata dalla media di una popolazione ha valore zero, più si ricorre ad alimenti ” mediterranei”, più il punteggio sale. Mangi più frutta e verdura della media della popolazione presa in esame da quello studio? Bene, hai un punto in più. Mangi meno carne rossa? Altro punto in più. E notate che il modesto aumento di due punti, da zero a due, da due a quattro e così via, già basta per ottenere una riduzione della mortalità generale del 9%. La stessa indicata come valore finale dalla nostra analisi».
QUANTO CONTA LA DIETA – Conta solo la dieta? «È importantissimo anche far movimento — riprende Gensini — pensate che gli abitanti di Pechino hanno un rischio di mortalità per incidenti cardiovascolari sei volte superiore rispetto ai cinesi che abitano in campagna. E non è la dieta, più o meno sempre la stessa, a fare la differenza, ma il poco moto che fanno i cinesi inurbati». Ma a Pechino non usano tutti le biciclette? «Si, ma adesso sono a motore».