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Il virus dei lottatori di Sumo

 

 

In Giappone timori per l’Herpes «dei gladiatori». Può diffondersi anche in altri sport di contatto

 

 

 

Da tempo si conosce l’Herpes gladiatorum (gli inglesi lo chiamano scrumpox), ovvero l’Herpes che colpisce i lottatori di sumo, i wrestlers e i giocatori di rugby e che si manifesta come un’infezione alla pelle caratterizzata dalla formazione di bolle che si ricoprono di croste. E da tempo è noto anche che il wrestling e il sumo, per vari motivi, hanno uno dei più alti tassi di mortalità (infezioni, propensione all’infarto, disagi psicologici che portano a sindromi suicide). Ora però si sono verificate altre due morti sospette nel settore e l’ombra del dubbio ha cominciato a diffonderi in giappone, dove alcuni esperti hanno studiato con scrupolo 39 casi di Herpes osservati tra i lottatori nel periodo tra il 1989 e il 1994, pubblicando la loro ricerca epidemoiologica sul Journal of General Virology.

SPORT E MALATTIE – Il virus del lottatore è in realtà molto diffuso anche tra la gente «normale», tanto da non poter essere propriamente catalogato tra le malattie professionali, non avendo come unica modalità di trasmissione la lotta. E del resto va anche detto che la maggior parte degli sport presenta anomalie: esiste il capezzolo del podista, i noduli dell’atleta, le unghie del giocatore di golf, il gluteo del maratoneta e le natiche del rematore. Evidentemente però il wrestling e altre discipline di lotta, che negli ultimi anni sono esplose trascinandosi dietro una serie di spiacevoli effetti collaterali della notorietà, incoraggiano questo virus che trova nello stile di vita o nelle condizioni peculiari dei campioni (prima tra tutte un contatto fisico costante) un terreno fertile per dilagare, arrivando talvolta a causare danni gravi. In particolare i medici giapponesi hanno individuato una variante dell’Herpes gladiatorum denominata BgKl, che accomuna molti dei 39 casi analizzati e che potrebbe essere responsabile degli effetti più pericolosi dell’herpes.

PREOCCUPAZIONI RECENTI – Più di un anno fa, nel Minnesota, fu sospeso un campionato di wrestling a causa di un’epidemia di Herpes. Ma la storia di quest’infezione tra i lottatori, diagnosticata per la prima volta agli inizi degli anni novanta, inizia solo ora a destare serie preoccupazioni. In particolare l’Herpes gladiatorum è una patologia cutanea che si contrae per contatto diretto tra la cute dei due sfidanti. Testa e collo sono le parti più interessate e la presenza di lesioni o abrasioni può facilitare lo sviluppo dell’infezione che, in taluni casi, può aggravarsi anche molto. Come tutti gli Herpes infatti anche quello dei lottatori, una volta entrato, non rimane nella sede di penetrazione ma invade le terminazioni nervose per arrivare poi ai gangli, dove rimane in uno stato di latenza.

IL PARERE DEGLI ESPERTI – Secondo il Dottor Kazuo Yanagi, che ha guidato la ricerca, il virus può nascondersi nelle cellule nervose anche per anni e rivelarsi più tardi in seguito ad effetti scatenanti. Gianni Rezza, esperto in epidemiologia delle malattie infettive dell’Istituto Superiore della Sanità, interpellato da Corriere.it ha sottolineato l’importanza dello studio: «Il fatto che i ricercatori di Tokyo abbiano riscontrato una variante del virus particolarmente minacciosa studiando le eruzioni disseminate dei 36 sportivi può portare a importanti intuizioni, soprattutto nel determinare i motivi del virus tra questa categoria professionale e a spiegarne, in taluni casi, la particolare virulenza».

Il virus dei lottatori di Sumoultima modifica: 2008-09-30T00:40:37+02:00da
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