Si celebrano online i 400 anni. Tanti ne sono passati dalla nascita del primo marchingegno per scrutare l’universo
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L’osservatorio di Brera |
La webzine Wired dedica le pagine odierne al compleanno del telescopio. I primi documenti ufficiali che testimoniano l’esistenza di un oggetto identificabile come dispositivo dedicato all’esplorazione delle stelle risalgono esattamente a 400 anni fa. È datata infatti ottobre 1608 la richiesta di brevetto presentata dall’olandese Hans Lippershey per un “apparecchio tramite il quale tutte le cose a grandissima distanza possono essere viste come se fossero vicine”.
DALL’OLANDA A PISA – Uno strumento per l’osservazione di oggetti distanti, quindi – appunto – un telescopio. Come quello presentato l’anno seguente al Senato di Venezia da Galileo Galilei, considerato padre del telescopio rifrattore, grazie al quale lo scienziato pisano ha potuto dimostrare che la Terra non è al centro dell’universo, confermando così la teoria eliocentrica copernicana e quindi rivoluzionando completamente la visione del mondo.
L’EVOLUZIONE – Ora, a quattro secoli di distanza, i moderni telescopi sono ben diversi dai primi semplici marchingegni dotati di piccole lenti, praticamente portatili: gli apparecchi che permettono agli scienziati di oggi di guardare a grandissima profondità nell’universo sono macchinari sofisticati, tonnellate di ferro e acciaio a sostegno di specchi giganteschi. Il più grande di tutti, attualmente, è il Gran Telescopio Canarias (GTC) situato a 2.400 metri di altezza sull’isola di La Palma (Canarie): lo specchio principale pesa 17 tonnellate e misura 10,4 metri di diametro, mentre l’intera struttura è alta 41 metri, per un peso complessivo di oltre 500 tonnellate.
LE IMMAGINI – Oltre a dedicare uno spazio alla storia del telescopio – accompagnata da una mappa cronologica interattiva in cui sono evidenziati gli avvenimenti più importanti – Wired invita i suoi lettori a celebrare la ricorrenza inviando alla rivista il link alle proprie immagini preferite sull’argomento, che si tratti di foto di costellazioni o di osservatori visitati in occasione di un viaggio. Chiunque può dare il proprio contributo, è sufficiente che le immagini siano di buona qualità (almeno 800×1200 pixel) e accompagnate da una descrizione, anche tecnica.