Premiati Shimomura, Chalfie e Tsien per la scoperta e lo sviluppo della «Gfp», osservata in una medusa, è divenuta fondamentale per la bioscenza contemporanea
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Osamu Shimomura |
LA MOTIVAZIONE – L’Accademia reale svedese delle scienze ha deciso di assegnare a ciascuno un terzo del premio per la scoperta della proteina fluorescente Gfp, osservata per la prima volta nel 1962 in una medusa, e diventata uno dei più importanti strumenti usati nella bioscienza contemporanea. Con l’aiuto della Gfp, i ricercatori hanno messo a punto modi di osservare processi che prima erano invisibili, come lo sviluppo delle cellule nervose nel cervello o la crescita delle cellule tumorali. Shimomura, nato in Giappone, lavora al Marine Biological Laboratory e alla Boston University Medical School, gli americani Chalfie alla Columbia University di New York e Y. Tsien all’University of California, San Diego, La Jolla.
CHE COS’È LA GFP – La «Green Fluorescent Protein» (Gfp), in italiano proteina fluorescente verde è presente in natura nella medusa Aequorea victoria. Grazie alla sua fluorescenza naturale, alle ridotte dimensioni e soprattutto alla possibilità di modificarne le caratteristiche spettroscopiche, la GFP è diventata negli ultimi decenni «il più diffuso strumento» per evidenziare, «marcare», le cellule oggetto dello studio distinguendole dalle altre. La Gfp, se colpita e eccitata da una radiazione a una specifica lunghezza d’onda, è in grado di emettere luce di colore verde intenso ed è molto usata nello studio delle cellule tumorali, nella degenerazione di quelle del cervello nell’Alzherimer o nella crescita e sviluppo dei batteri nocivi.