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Enya, la star «invisibile» chiusa in un castello: parla solo la mia musica

Il ritorno Disco dell’autrice irlandese. Mai un concerto. «Ora canto la bellezza dell’inverno»

 

Venti anni di carriera e 70 milioni di dischi venduti, ma l’irlandese Enya è una star «invisibile»: non ha mai fatto concerti. Ogni anno spende 250.000 euro per proteggere la sua privacy

 

 

 

 

 

LONDRA — La chiamano la star invisibile, perché nonostante 20 anni di carriera e 70 milioni di dischi venduti, Enya — irlandese purosangue il cui nome per intero è Eithne Patricia Ní Bhraonáin — non ha mai fatto concerti. Un lusso, sullo sfondo di un settore in crisi, che pochi possono permettersi, così come pochi possono permettersi di presentare un album con un ricevimento da 350 sterline a coperto in un palazzo ottocentesco in riva al Tamigi, con tanto di sculture in ghiaccio e neve artificiale in giardino.

Enya, d’altronde, non fa testo. Mai una foto indiscreta su un tabloid o un capriccio da star. Si impunta su altre cose. Lei, che ha esordito proprio con le colonne sonore, ha detto no a Titanic perché si sarebbe trattato di una collaborazione, «e con le collaborazioni non sei mai in pieno controllo del prodotto musicale finale». Ha declinato l’invito a duettare con Luciano Pavarotti, così come con tanti altri, «perché cosa c’entrano, Enya e Pavarotti insieme?». Se spende 250.000 euro l’anno per proteggere la sua privacy nel castello di Manderley, a Killney, County Dublin — il nome si deve al suo romanzo preferito, Rebecca — è perché «successo e fama sono due cose separate»: a differenza di tanti altri, per avere successo non ha avuto bisogno della fama. «Sono fortunata — ha sottolineato ieri in occasione del lancio di «And Winter Came…» (E arrivò l’inverno, in uscita il 7 novembre) —. Sono una musicista. Preferisco che a parlare sia la mia musica». Musica che produce «con una lentezza assurda, spesso in preda a blocchi creativi e nel timore che l’ultima melodia scritta sia quella finale».

Al suo fianco Nicky e Roma Ryan, amici, collaboratori, compagni di vita, se è vero che per un periodo hanno anche abitato assieme. L’ultima fatica è stata concepita come album natalizio «perché il Natale ci piace molto», poi il tema è diventato l’inverno. «È la stagione che preferisco. La natura diventa magica, c’è un silenzio surreale, è il periodo in cui lavoro meglio. Riesco a concentrarmi. L’inverno mi ispira». Tono e suono sono inequivocabilmente targati Enya, ma qualche novità c’è: come i versi dark di «Trains and Winter Rains», il single, probabilmente dovuti alla terribile esperienza vissuta a bordo di un treno da Belfast a Dublino. L’Ira mise una bomba sul convoglio, l’ordigno esplose, fortunatamente senza provocare vittime. La penultima canzone dell’album, «My!, My! Time Flies», è inoltre un brano orecchiabile che rasenta il pop: è stato scritto in onore di un amico musicista, Jimmy Faulkner, morto pochi mesi fa. Ora che l’album è finito — l’ultima revisione è stata conclusa proprio ieri, poco prima della presentazione — Enya, che preferisce concentrarsi su un progetto alla volta, è alla ricerca di nuove avventure. Una colonna sonora, se arriverà l’offerta giusta (anche se i registi con i quali le piacerebbe collaborare, ha precisato Nicky, sono pochi, giusto Scorsese, Peter Weir, Ridley Scott e, ovviamente, Peter Jackson, che già l’aveva chiamata per Il signore degli anelli). Non esclude, presto, un concerto. «Bisogna solo trovare la formula giusta. Più passa il tempo e più la gente si aspetta miracoli. Non vogliamo deludere».

Enya, la star «invisibile» chiusa in un castello: parla solo la mia musicaultima modifica: 2008-10-11T16:06:02+02:00da
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