Il rapporto con il padre, PROFESSORE di cinema e l’incontro con i grandi registi italiani. Il regista e attore romano è salito in cattedra allo Iulm di Milano per ripercorrere la sua lunga carriera
Carlo Verdone |
MILANO – Carlo Verdone docente per un giorno. Il regista e attore romano è salito in cattedra per raccontarsi a tutto tondo davanti agli studenti dell’Università Iulm di Milano. In una lezione, organizzata da Sky Cinema, Verdone ha incontrato cinquecento universitari e ha ripercorso la sua lunga carriera, dalle imitazioni davanti ai compagni di scuola fino all’incontro con i grandi registi del cinema italiano.
IL RAPPORTO CON IL PADRE – «Mio padre era una persona autorevole e severa, ma anche molto moderna e comprensiva. Quando mi bocciarono al liceo, mi fece una lunga ramanzina, ma poi mi portò a un concerto dei Beatles». La lezione di Verdone parte dai tempi della scuola, dall’università dove fu bocciato proprio dal padre Mario, docente di cinema. «La sera prima dell’esame, gli dissi: “Papà, mi raccomando: Bergman e Fellini”. Il giorno dopo mi chiese del cinema tedesco e alla fine, dandomi del lei, mi disse: “Vada” e mi bocciò», racconta Verdone, che sin da piccolo andava al cinema con il padre a vedere i western, i film storici e quelli con Jerry Lewis. «Al momento di una sparatoria in un western, mio padre si alzava sempre e iniziava a sparare. Dopo due volte, cambiai posto. Lui cercava di comunicarmi qualcosa, ma “nun ce capivo nulla!”», aggiunge il regista.
COME NASCE UN PERSONAGGIO – «Per creare i miei personaggi parto sempre dalla voce e da lì risalgo al tipo. Devo capire se una voce ha una certa personalità, se un tic ingrandito per il grande schermo possa far ridere», spiega l’attore, che si ispira alla gente normale per i suoi personaggi, come il vicino di casa, Stefano Natale, che grazie alla sua voce roca ha contribuito al successo dei personaggi di Verdone. O come ai clienti del bar Mariani sotto a casa sua, «un crocevia tra Trastevere e Campo dei fiori; un minestrone di personaggi. Come i coatti che fuori dal bar facevano i machi per far colpo sulle turiste straniere che alloggiavano in una pensione in quella via». E così nacque il coatto Verdone.
L’INCONTRO CON I GRANDI REGISTI – Durante la sua lunga carriera, Carlo Verdone ha conosciuto e lavorato con i grandi registi italiani. «L’incontro con Sergio Leone è stato tra i più belli della mia vita», racconta il regista, che come dirimpettaio ebbe Alberto Sordi. «Avevo otto anni, Sordi abitava proprio davanti alla mia camera da letto. È stato un momento magico», racconta Verdone, che davanti ai ragazzi dello Iulm ha rivelato molti aneddoti della sua carriera come le lezioni di cinema di Rossellini. Tra i colleghi di oggi, apprezza molto Sorrentino e Garrone: «Due registi con la R maiuscola, due punte di diamante del cinema italiano. Garrone ha un colpo d’occhio straordinario e si capisce che è un pittore. Sorrentino è geniale nei dettagli».