Per la prima volta è stata “ascoltata” l’eco di una collisione fra ammassi di galassie. La scoperta, nella quale l’Italia ha un ruolo importante, è pubblicata questa settimana su Nature. Il segnale catturato dai ricercatori dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’università di Bologna, è un’emissione radio a grande lunghezza d’onda (il cosiddetto alone) che proviene dal gigantesco sistema di ammassi di galassie Abell 521, distante quattro miliardi di anni luce dalla Terra. E’ la conferma delle previsioni teoriche secondo cui le collisioni fra ammassi di galassie producono anche segnali radio a grande lunghezza d’onda. Il segnale è stato rilevato utilizzando lo strumento oggi più sensibile nella banda delle onde radio lunghe, il Giant Metrewave Radio Telescope (Gmrt) che si trova in India. Si apre così la caccia ad una nuova classe di sorgenti che potranno essere individuate con i radiotelescopi di nuova generazione, come il radiotelescopio europeo Lofar (Low Frequency Array) che potrebbe entrare in funzione tra due anni e che ha una sensibilità fino a 100 volte superiore a quella dei radiotelescopi attuali. I ricercatori sono infatti convinti che Abell 521 sia il capostipite di una classe di oggetti celesti finora non osservati, ma che sarà possibile studiare nei prossimi anni. “Pensiamo che nell’universo vi siano migliaia di aloni radio con caratteristiche simili ad Abell 521”, ha osservato Gianfranco Brunetti, dell’Istituto di Radioastronomia di Bologna dell’Inaf.