Nella patria degli omini blu: Il belgio festeggia la loro nascita sui media e in piazza. Il 23 ottobre 1958 i due disegnatori Peyo e Franquin diedero vita ai personaggi dei fumetti che conquistarono il mondo
NUOVO LINGUAGGIO – Schtroumpf non fu semplicemente un nome. Fu anche un nuovo linguaggio. Quei piccoli omini che devono il colore blu ad un’intuizione della moglie di Peyo, Nine, non parlano, bensì “schtroumpfano”, ovvero declinano in schtroumpf praticamente ogni frase che pronunciano. Ed ebbero talmente successo che presto da personaggi secondari divennero protagonisti di una striscia tutta loro, ospitata a partire dal 1959 dalle pagine del Journal de Spirou. Di lì in avanti fu tutto un crescendo. Prima in Belgio e in Francia, poi via via in tutti i Paesi d’Europa (anche in Italia a parire dagli anni Sessanta: dopo un debutto come “Stronfi”, vennero ribattezzati sul Corriere dei Piccoli con l’attuale nome di Puffi) e negli Stati Uniti. Negli Usa fu un vero e proprio boom, grazie anche ai cartoni animati prodotti dalla Hanna&Barbera (gli stessi che poi avrebbero fatto il giro del mondo e che avrebbero portato anche molti bambini italiani, dagli anni Ottanta in avanti, a fare la loro conoscenza) che arrivarono a toccare anche il 42% di share durante la programmazione sulla Nbc. La serie, che alla fine arrivò a superare le 270 puntate, è stata certamente il maggiore contributo alla consacrazione internazionale del Grande Puffo e della sua piccola tribù.
I PUFFI IN PATRIA – A cinquant’anni di distanza dalla loro prima apparizione, i puffi sono dunque diventati delle celebrità internazionali. Sono conosciuti e amati in tutto il mondo e le loro vicende sono tradotte in decine di lingue, anche nei paesi asiatici. Era inevitabile, dunque, che il loro compleanno non passasse inosservato, soprattutto in Belgio, la patria del loro “papà”, scomparso nel 1992. I principali quotidiani e le tv hanno dedicato ampi spazi all’evento e nella centralissima place de la Monnaye i turisti si mettono in coda per farsi fotografare di fianco di un Puffo e una Puffetta che hanno lasciato la tradizionale altezza di tre mele per diventare a misura d’uomo. L’iniziativa rientra nell’ambito di una mostra che ha girato tutta Europa (in maggio ha toccato anche Milano) per approdare ora nella capitale belga e che ha portato alla vendita di migliaia di puffi bianchi a sostegno di una campagna dell’Unicef per l’educazione scolastica dei bambini poveri nei Paesi in via di sviluppo. Ma Bruxelles è anche la sede del Cbb, il Centro del fumetto, ospitato in un edificio liberty di rue de Sables, che già da qualche tempo è stata ribattezzata, guarda caso, rue Schtroumpf. L’edificio ospita ora la mostra “L’union fait le Schtroumpf” visitata ogni giorno da comitive di turisti e da scolaresche provenienti da tutto il Paese. E i puffi sono una presenza fissa anche alla Casa del fumetto, un’altra delle istituzioni che fanno di Bruxelles una delle capitali mondiali della bande dessinée.
I PUFFI IN 3D – Il successo dei Puffi travalica i confini e attraversa le generazioni. E dopo i libri, i cartoni animati, un marchandising che ha prodotto sino ad oggi più di 3 mila oggetti diversi, è ora la volta di un film con personaggi in 3D, sul modello di Shrek: la Columbia Pictures si è infatti aggiudicata recentemente i diritti per la trasposizione cinematografica delle avventure degli Schtroumpf. Un regalo di compleanno davvero coi fiocchi per celebrare questo primo mezzo secolo di vita (anche se, per la cronaca, i puffi sono tutti già centenari, tranne il Grande Puffo che ne ha 542). La data di uscita non è ancora stata stabilita ma i produttori contano già di ottenere un grande successo. «I Puffi sono tra i personaggi più amati nel mondo – ha dichiarato ai media internazionali il presidente della Columbia, Doug Belgrad -. E noi siamo fortunati perché toccherà a noi far conoscere il Grande Puffo, Puffetta e tutti gli altri anche alle nuove generazioni».