Il re dei palazzinari usa si è esposto con le banche per finanziare la sua ultima impresa. La costruzione di un grattacielo-hotel extra lusso a Chicago rischia di mettere in crisi la sua attività
WASHINGTON – La crisi creditizia minaccia di travolgere anche Donald Trump. Per costruire il Trump International hotel and tower di Chicago, il re dei palazzinari americani ha contratto un debito di oltre 1 miliardo di dollari, di cui quasi due terzi con la Deutsche Bank (che lo ha prudentemente ridistribuito tra altre banche). Il grattacielo di stralusso, di 92 piani, il secondo più alto della città dopo il Sears tower, è diviso in un albergo di 339 camere nella parte inferiore, e in 486 appartamenti privati nella parte superiore, dove i lavori non sono peraltro terminati.
640 MILIONI ENTRO IL PRIMO NOVEMBRE – Il primo novembre, Trump dovrebbe rimborsare alla Deutsche bank 640 milioni di dollari, ma non li ha, perchè non riesce a vendere i suoi faraonici locali a causa del crollo del mercato immobiliare. Non è la prima volta che “Il Donald”, come è chiamato in America, fa il passo più lungo della gamba: all’inizio degli Anni novanta sfiorò la bancarotta e fu salvato dalle banche che ne ristrutturano il debito, e dalla televisione che lanciò alcuni suoi show (Trump è una star mediatica che accarezzò persino l’idea di candidarsi alla Presidenza degli Stati uniti). Ma allora, il mercato immobiliare era in ascesa.
VENDITE DI CASE DI LUSSO CALATE DEL 72% – Adesso a Chicago le vendite degli appartamenti di lusso e delle camere di albergo, la moda del momento per i cresi americani, sono calate del 72 per cento rispetto a un anno fa. Trump, che ha lasciato nel cemento, in cima al grattacielo, le impronte delle sue mani e di quelle della terza moglie Ivanka, ha detto al Wall Street Journal che la Deutsche bank gli prorogherà il prestito. Ma il giornale gli ha fatto i conti in tasca e ha concluso che non è certo che si salverebbe neppure in questo caso. Sinora, ha scritto il Wall Street Journal, le vendite dei locali gli hanno fruttato solo 200 milioni di dollari, e ne sta negoziando altre per 380 milioni di dollari. Oltre trenta acquirenti però si sono già pentiti, e hanno rimesso i locali in vendita con uno sconto del 30 per cento. Trump, inoltre, più sarà in ritardo e più dovrà a un altro finanziatore, la Fortress investment, fino a 360 milioni di dollari. Il Wall Street Journal non esclude che il grattacielo finisca nelle mani di quest’ultima. Se Trump cadesse vittima della crisi creditizia, sarebbe un brutto colpo per il mercato immobiliare, di cui è il vessillo, e per quello che resta dei sogni di Wall Street. Ma il costruttore non andrebbe a fondo: svolge altre proficue attività in tutto il mondo dalle public relations alla consulenze finanziarie, e afferma di avere una fortuna personale di 1 – 2 miliardi di dollari. Trump ha querelato l’autore di un libro secondo cui il suo patrimonio è in realtà di “appena” 100 – 200 milioni di dollari, ma ha perso la causa.