Il servizio Attivo a Milano, Roma, Firenze e Lago di Como. Pizzetti: più visibili le auto delle riprese. L’azienda: foto identiche a quelle che chiunque potrebbe scattare
ROMA — Saranno pure belle e poco faticose le passeggiate virtuali col pc. Ma anche in Italia, come in tutti gli altri posti del mondo in cui già funziona Street View, il sistema di Google con cui si esplorano nel dettaglio le strade cittadine, con zoom su ogni minimo dettaglio, facce e auto comprese, la tecnologia deve fare i conti con la privacy. Qui da noi il servizio è appena partito (prima a Cuneo, poi a Roma, Milano, Firenze e Lago di Como) ma le associazioni dei consumatori, raccolte un buon numero di proteste di chi teme di essere spiato fin sotto casa o immortalato dove non dovrebbe stare da una Google Car che scatta foto a 360 gradi e le riversa sul web, si sono rivolte al Garante per la Privacy. Che ha subito aperto un’istruttoria e chiesto ulteriori garanzie. Targhe e volti in teoria sono sempre automaticamente oscurati già dal programma fornito di speciale algoritmo. Ma la stessa Google ammette che esiste un margine di errore del 30%, mica poco. C’è pure la possibilità, per chi si riconosce, di chiedere la cancellazione della propria immagine. Ma non basta. «Pretenderemo che l’informativa sia più visibile», spiega il garante italiano Francesco Pizzetti. «Ovvero che le auto di Google siano ben riconoscibili, magari anche con l’uso di segnalazione sonora. In modo che chi vuole si possa sottrarre in tempo alle riprese». L’Authority poi monitorerà l’efficacia del sistema di cancellazione a richiesta. E intanto si allinea agli orientamenti dei colleghi europei per cui la finalità di Street View non è spiare la gente ma far conoscere i luoghi. Il Garante spagnolo si accontenta dell’impegno di Google a mascherare la targhe, quello francese ha pretesto che i cittadini vengano chiaramente informati, quello inglese ritiene sufficiente rendere irriconoscibili volti e automobili. Rassicura Marco Pancini, responsabile relazioni istituzionali della Google italiana: «Tutte le foto di Street View vengono scattate in luoghi pubblici e sono del tutto identiche a quelle che qualunque persona potrebbe scattare camminando per le strade di una città». E ribadisce la disponibilità a collaborare con chi tutela la privacy. Nemmeno in Usa, dove nel 2007 è stato lanciato Street View in oltre 50 città, sono mancati i problemi. Il Dipartimento per la Sicurezza ha dovuto vietare scatti intorno ad obiettivi sensibili per il terrorismo e in certe aree di Washington. Hanno protestato anche singoli cittadini: per primi i coniugi Boring di Pittsburgh che hanno fatto causa a Google perché aveva violato l’intimità della loro strada privata. Per ora in Italia c’è questa consolazione: le riprese non sono ancora in tempo reale, più o meno di 6 mesi fa. La spiata dunque è solo retroattiva. Spiati in strada A sinistra una «Google car», l’auto che gira per le città con la telecamera sul tettuccio. Sopra, il Colosseo visto dalla strada e il dettaglio di una coppia che prende il sole in un parco Usa Giovanna Cavalli