L’OMICIDIO NELLA NOTTE FRA VENERDI’ E SABATO. I cadaveri di madre e figlia scoperti dal marito. Le coltellate dopo l’ennesima lite familiare
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Caneo Francisco, il filippino fermato per l’omicidio delle due donne filippine a Magenta |
KILLER – Questa mattina, attorno alle 8.30 i militari hanno fermato il presunto killer delle due donne. Si tratta di Caneo Santico, detto «Junior», 46 anni, figlio di una delle sorelle dell’anziana assassinata e quindi cugino della figlia. Dopo il delitto, l’uomo ha preso il treno a Magenta e poi dalla stazione centrale di Milano ha raggiunto in metropolitana Gorgonzola, cittadina a nord di Milano. E’ stato proprio nel parcheggio della fermata del metro che i carabinieri lo hanno arrestato. Era in stato confusionale, ma avrebbe ammesso, almeno in parte, le sue colpe. «Ho perso il controllo, ho fatto un disastro, adesso vado ad ammazzarmi» avrebbe detto alle sue sorelle al telefono prima di sparire.
CONVIVENZA – L’uomo, in Italia da diversi anni e con la cittadinanza del nostro Paese, viveva da alcuni mesi con la zia e la cugina. Il clima che si respirava nell’appartamento di via Roma a Magenta, però, negli ultimi tempi non era dei migliori. Si litigava per un nonnulla: «Io sono stanco, ma voi fate troppo rumore, non mi lasciate dormire». E tra i vicini c’è chi giura di aver sentito le due donne dire: «Non ne possiamo più, se ne deve andare». Ieri pomeriggio l’ultima lite, al termine della quale il nipote ha preso un coltello da cucina (che non è ancora stato ritrovato) e ha colpito con oltre dieci coltellate la zia e addirittura venti la cugina, che aveva cercato di fermarlo. Poi è fuggito. Il marito di Amalia Francisco rientrando a casa ha trovato i due corpi riversi sul pavimento della camere da letto, in un lago di sangue. Si è precipitato a chiedere aiuto ai vicini, ma non c’era più nulla da fare.
STUPORE – «Ancora non riesco a crederci: le ho viste l’ultima volta proprio ieri mattina: venivano qui a fare colazione prima di andare al lavoro a Milano. Erano due donne in gamba, grandi lavoratrici. Rachel, poi, non pensava ad altro se non a portare qui in Italia i suoi tre bambini, rimasti nelle Filippine» spiega il titolare del Bar Trattoria di fronte alla corte dove le donne vivevano. Conosceva anche il presunto killer: «Un tipo tranquillo, riservato».