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Maldive: «Ci compriamo un altro paese»

Di fronte ai rischi dell’innalzamento delle acque dell’oceano Indiano. Il nuovo presidente dell’arcipelago annuncia un fondo per finanziare l’acquisto: «Non vogliamo diventare profughi»

 

 

 

LONDRA – I maldiviani, che abitano terre emerse con un’altezza media sul livello del mare di 1,5 metri, guardano con preoccupazione i dati sul riscaldamento globale e sull’innalzamento delle acque. Il nuovo presidente Mohamed Nasheed ha detto al Guardian che il suo paese è intenzionato a creare un fondo per potersi così comprare una nuova patria nel caso in cui l’oceano Indiano dovesse per davvero sommergere l’arcipelago, causa riscaldamento globale.

«NON VOGLIAMO DIVENTARE PROFUGHI» – «Non vogliamo lasciare le Maldive», ha detto il neo-presidente Nasheed, «ma non vogliamo nemmeno diventare profughi e vivere per decenni nelle tende». «Non possiamo fare niente, da soli, per fermare il cambiamento climatico – ha detto Nasheed – e così non ci resta che comprare terra da qualche altra parte. È una sorta di assicurazione contro il peggior scenario possibile». Il nuovo premier delle Maldive, che ufficialmente prenderà il controllo della nazione martedì, ha rivelato che molti paesi si sono dimostrati «ricettivi». Per costruire i capitali necessari, Nasheed darà vita a un fondo “sovrano” simile a quelli messi in piedi dai paesi ricchi di petrolio del Medio Oriente con i guadagni in surplus del greggio.

 

Maldive: «Ci compriamo un altro paese»ultima modifica: 2008-11-11T15:18:46+01:00da
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