Torino – Era stato un mese in carcere. Le accuse dei familiari. Guidò ubriaco. «Sognava sempre l’incidente»
Claudia Muro |
Corrado Avaro |
Lo ha trovato il padre Giuseppe, un agricoltore di 69 anni, nella cascina di via Gemerello 41 a Cavour in cui vivevano da soli (la madre se n’è andata) dopo la condanna di tre anni inflitta al ragazzo. L’uomo, sconvolto dal dolore, ha accusato giornali e televisioni: «Sono stati loro a ucciderlo, lo hanno dipinto come un mostro, un assassino spietato. Si sono accaniti contro mio figlio e ora qualcuno pagherà per questo». Ma le difficoltà di Corrado arrivavano da più lontano. Depressione e alcolismo: aveva già tentato il suicidio nel maggio del 2006, prima del dramma di Claudia, e solo l’intervento dei carabinieri aveva impedito che si lanciasse da un ponte sulla tangenziale di Torino. Per ben tre volte gli era stata ritirata la patente perché al volante in stato di ebbrezza: la prima nel 1999, poi nel 2004 e infine, per due mesi e dieci giorni, in quel tragico 2007. Il giovane aveva lasciato il carcere un mese dopo l’incidente.
Il Tribunale del riesame di Torino mutò l’accusa da omicidio volontario a colposo e Corrado venne affidato alla comunità di don Ilario Rolle, parroco della Santa Gianna di Venaria. Don Ilario era la sua guida, il suo confidente: «Ogni giorno mi faceva almeno due telefonate e mi mandava una ventina di sms — racconta il sacerdote —. Mi ripeteva sempre: “Continuo a sognare l’incidente, Claudia sul parabrezza della mia macchina… ma don, credimi, io non l’ho proprio vista”». Aveva ripreso a lavorare come muratore, ma invece di migliorare andava sempre peggio. Don Ilario racconta che ultimamente Corrado entrava e usciva dagli ospedali: «La depressione è una brutta bestia, qualcuno l’ha sottovalutata: mi chiedo come abbiano fatto a dimetterlo in quelle condizioni », sospira ora il sacerdote. Con compostezza e umanità, i Muro partecipano al dolore dei genitori di Avaro: «È un giorno triste anche per noi, oggi Claudia muore un’altra volta — dice la famiglia della ragazza investita dal giovane —. Non volevamo che finisse così e, ne siamo sicuri, non l’avrebbe voluto nemmeno Claudia».