Cappato: «In passato la volontà popolare è stata spesso tradita. Ma oggi molti fanno solo propaganda», «non so se Le firme di grillo sono insufficienti: a me sembrava tutto in regola»
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Marco Cappato |
MILANO – «Io i referendum di Grillo li ho firmati». E dunque? «A me sembrava tutto in regola». Marco Cappato, eurodeputato radicale, è «sorpreso» dalla decisione della Cassazione di dichiarare «insufficiente» il numero di firme raccolte dal comico genovese durante il V2 Day sull’abolizione dell’Ordine dei giornalisti, sull’abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria e sull’abrogazione della legge Gasparri sulle frequenze tv. I magistrati avrebbero riscontrato «vizi formali» (e per questo Grillo è stato convocato per il 25 novembre). «Noi, a dire la verità, avevamo avvisato che c’erano rischi legati ai tempi della raccolta» spiega Cappato. «Siccome era stato detto che a firmare erano stati in moltissimi, però, non mi aspettavo certo questa motivazione».
SENTENZE EVERSIVE – Voi radicali avete una certa esperienza in materia: da cosa può dipendere lo stop ai referendum di Grillo? «Nel merito non mi posso esprimere, non conosco i fatti nel dettaglio. Quindi non so se le firme raccolte siano insufficienti o meno. Una cosa è certa, al di là di questa vicenda: il diritto al referendum nel nostro Paese esiste sulla carta, ma di fatto è stato abolito in decenni di sentenze eversive della “Corte-anticostituzionale”, che ha cancellato milioni di firme, e dal Parlamento italiano, che ha fregato e tradito la volontà popolare su tantissimi temi: dalla riforma elettorale al finanziamento pubblico dei partiti. Il referendum è stato distrutto da questo regime di illegalità che ci governa».
PROPAGANDA – Grillo sull’informazione, Di Pietro sul Lodo Alfano, il Pd sul mondo della scuola: si moltiplicano le iniziative referendarie Ma è ancora uno strumento utile? «Certo, se la Costituzione fosse applicata». E però? «Ho l’impressione che i neofiti del referendum pensano di usarli semplicemente come un’arma di propaganda». Con chi ce l’ha? «Con l’annunciato referendum sulla scuola, ad esempio: penso che sia stato lanciato solo per far parlare giornali e tv, senza capire bene su cosa e come farlo. Non mi sembra un modo serio di procedere».