Aumento del canone Telecom, senza in cambio alcun impegno concreto a migliorare l’efficienza della rete. Taglio sulle tariffe di terminazione della telefonia mobile (quella parte di costi che l’operatore di chi chiama paga all’operatore di chi riceve la telefonata e che poi ricadono sulle tariffe finali) inferiore alle richieste del Commissario europeo per le Comunicazioni, Viviane Reding. Con notevoli ricadute sulle tasche dei consumatori: oltre 300 milioni annui in più per Telecom Italia grazie al ritocco del canone; circa 3 miliardi di euro per le tariffe di terminazione. È la stima della differenza – che pagheranno gli utenti – tra le tariffe proposte agli operatori dall’Agcom italiana e il taglio, più netto, in discussione a livello europeo.
Decisioni che relegano l’Italia all’angolo del panorama delle telecomunicazioni, senza nessuna garanzia verso una riqualificazione tecnologica e una maggiore apertura alla concorrenza nel settore.
Altroconsumo e altre associazioni del Consiglio nazionale consumatori e utenti (Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori Utenti, Cittadinanzattiva, Codici, Confconsumatori, Movimento Consumatori) hanno promosso una petizione online e hanno inviato una lettera formale all’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e al Governo per chiedere:
- di rigettare le richieste di aumento del canone presentate da Telecom Italia (circa 2 euro in più a carico dell’utente);
- di ridurre le tariffe di terminazione mobile (quella parte di costi che l’operatore di chi chiama paga all’operatore di chi riceve la telefonata e che poi ricadono sulle tariffe finali), con un taglio ben più netto di quello indicato dall’Autorità. Come del resto auspicato, e ribadito in un’intervista rilasciata ad Altroconsumo, anche dalla Commissaria europea alle telecomunicazioni Viviane Reding;
- di rigettare gli impegni presentati da Telecom Italia e dare vita a una separazione societaria della rete, quale stimolo alle Reti di nuova generazione.