Giovedì la simulazione del Big One ha coinvolto milioni di persone. Durerà tre settimane, assegna ai partecipanti compiti da svolgere nel mondo reale
La simulazione del terremoto di 7,8 gradi Richter in California. In rosso l’area interessata dalla scossa |
MILANO – Si è svolto giovedì il Great Southern California ShakeOut, l’esercitazione organizzata dalle forze dell’ordine e dalla protezione civile della California che ha visto milioni di cittadini coinvolti nella più grande simulazione anti-terremoto mai realizzata negli Stati Uniti. Lo scopo dell’iniziativa è ovviamente quello di preparare la popolazione all’eventualità che il temuto Big One si verifichi e far sì che tutti sappiano come comportarsi durante l’evento. Ma cosa succederebbe nelle ore e nei giorni successivi la catastrofe? È la domanda che si sono posti all’Institute for the Future, dove è stato realizzato un alternate reality game (cosiddetto Arg, ossia un gioco di azione collaborativa online che si sviluppa attraverso la rete – tramite blog, siti dedicati, e-mail e quant’altro – e parallelamente nel mondo reale) proprio per simulare comportamenti e situazioni del post-terremoto.
DOPO IL DISASTRO – Battezzato Aftershock, l’Arg contempla infatti la distruzione di Los Angeles, ed è basato sulle 300 pagine di informazioni raccolte dall’Us Geological Survey, in cui è descritta in modo dettagliato la situazione in cui si troverebbe la California meridionale in seguito a un terremoto di 7,8 gradi della scala Richter. Il gioco di simulazione è incominciato giovedì, proprio al termine del Great ShakeOut, e per tre settimane tutti coloro che partecipano saranno impegnati in missioni vere e proprie, da compiere nella vita reale al fine di ottenere informazioni e risultati che poi dovranno essere condivisi online con il resto della community dei giocatori.
DAL GIOCO ALLA REALTÀ – Come spiegato da Jason Tester, capo del gruppo di sviluppatori del gioco, Aftershock consente di realizzare effettivamente quali potrebbero essere le conseguenze del Big One. La speranza degli ideatori del progetto è che questo esperimento di realtà alternativa serva sì a diffondere la consapevolezza di quali dimensioni potrebbe avere un simile disastro, ma soprattutto che contribuisca a cambiare le abitudini e il comportamento delle persone, portandole ad agire nel modo migliore qualora l’evento si verificasse.