Bush: l’Fmi cambierà. Sarkozy: nuovo vertice a Londra, poi in Italia. Draghi: nel futuro dei mercati più capitali e regole, ma meno debiti
WASHINGTON — «Continueremo a lavorare assieme per risolvere la crisi e per riformare il sistema finanziario»: i capi di Stato e di governo dei venti Paesi più importanti del mondo hanno preso ieri l’impegno fissando, per ora, le linee guida del cammino. «Non si può pensare di trovare la soluzione in un solo incontro», ha affermato nella conferenza di chiusura il presidente uscente Usa George W. Bush, il quale ha definito il vertice del G20 «un successo» da replicare e ha salutato i giornalisti presenti con un significativo «goodbye» finale.
Nel lungo comunicato, frutto di una complicatissima limatura, emergono fra le cose riaffermate e quelle tralasciate (come la proposta del collegio di supervisori bancari avanzata dal premier inglese Gordon Brown), due punti fermi che sono in grande sostanza le novità del vertice: la volontà di mantenere e rafforzare il format degli incontri a venti e l’intenzione di conservare la fiducia nel libero mercato respingendo le tentazioni protezionistiche. «Puntiamo ad un accordo quest’anno sul Doha Round», si legge nel comunicato in cui si prende l’impegno di non creare barriere nel commercio e negli investimenti nei prossimi 12 mesi. E se una tensione è emersa con forza durante il summit di Washington è proprio quella sul protezionismo con le accuse di Gordon Brown all’ipotizzato piano Usa di sostegno dell’auto rilanciato dal nuovo presidente Barack Obama.
Sulla riforma finanziaria i Venti si sono detti d’accordo nell’andare avanti senza peraltro entrare nei particolari. Occorre «un piano d’azione concreto e preciso per ristabilire la fiducia» hanno convenuto i leader mondiali dandosi tempo fino al 31 marzo per elaborare «una lista iniziale delle specifiche misure da prendere, incluse le azioni prioritarie» per stabilizzare i mercati e rilanciare la crescita. Fra queste sicuramente vanno considerate «le misure di politica economica e di bilancio» tese «a stimolare la domanda nazionale e stabilizzare i mercati». C’è già dunque un appuntamento per un prossimo vertice che dovrebbe svolgersi appunto tra marzo ed aprile quando il successore di Bush, Barack Obama sarà insediato alla Casa Bianca. «Si svolgerà a Londra» che avrà il timone del G20 dopo la presidenza brasiliana, ha annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy per il quale c’è anche l’accordo per un «terzo summit» sulla crisi finanziaria dopo quello di Washington e Londra che dovrebbe svolgersi in Italia, in luglio.
Il G20 ha anche accolto la proposta del Financial Stability Forum presieduto dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, di allargamento ai maggiori Paesi emergenti, come i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) che anche a Washington hanno chiesto un ruolo più significativo negli organismi internazionali. Draghi, nella sua qualità di presidente del Fsf, ha partecipato a tutti i lavori del summit, compresa la cena alla Casa Bianca, nel corso della quale si è anche soffermato sulla gravità della crisi dell’economica mondiale, destinata «ad un ulteriore rallentamento», forse anche più accentuato di quello realizzato finora. A margine degli incontri Draghi ha confermato che il G20 si aspetta «un grande lavoro sulla sorveglianza da parte del Fmi e sulla regolamentazione da parte del Fsf» che ci sta già lavorando. «Il sistema finanziario del futuro — ha affermato Draghi — dovrà avere più capitale, meno debito, più trasparenza e più regole».