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«A scuola si gioca a dadi con la morte» Le denunce dei lettori dopo Rivoli

Decine di segnalazioni sulle carenze degli edifici scolastici. Molti i genitori preoccupati

 

 

 

Il tetto di un edificio scolastico a Milano (foto inviata da un lettore)
MILANO – In un liceo di Monza, racconta una lettrice, gli studenti hanno affisso un cartello: «La legge morale dentro di noi, il soffitto che crolla sopra di noi». Un’ironia amara che adesso, dopo la tragedia di Rivoli, suona particolarmente sinistra. «A scuola giochiamo a dadi con la morte. Siamo troppo giovani per andarcene, fate qualcosa»: sono tantissimi i messaggi del genere arrivati al ministero dell’istruzione. Decine di segnalazioni inviate da studenti e genitori sul cattivo stato delle scuole italiane. In qualche caso, magari, l’allarme potrebbe essere eccessivo, ma il quadro – leggendo qua e là tra gli interventi – è assolutamento desolante.

EDIFICIO PERICOLANTE – Scrive ad esempio una studentessa palermitana: «Spesso si sente ripetere tra i corridoi e nelle varie assemblee che la nostra facoltà di lettere è a rischio crollo, il nostro preside però annuisce ma non proferisce verbo. Cosa si sta facendo per risanare l’edificio? Nulla. Il pericolo incombe ma con siciliana omertà nessuno denuncia ciò che ufficiosamente è già stato appurato: il rischio maggiore di crollo si presenta durante le sessioni di esami. Ogni tanto qualche docente, scocciato dal rumore degli studenti, ritorna a dire: “Ragazzi, non sapete che l’edificio è pericolante? Ma non potete stare altrove?”»

COME TOPI – Ci si sposta al Centro e la situazione non cambia. Scrive un altro lettore: «Scuola dell’infanzia Città Giardino di Terni: niente porte di sicurezza, tutte si aprono verso l’interno e sono senza maniglione anti-panico, da quelle delle aule a quelle della palestra e alle uscite principali. Finestre con telai di ferro e spigoli vivi ad altezza di bambino, anche queste con apertura verso l’interno. La scuola è lì da almeno 30 anni e ora il Comune ci ha promesso che è stata inserita nell’elenco di quelle sulle quali intervenire nei prossimi 3 anni! Intanto, se succede qualcosa, dove scappano i nostri figli? In trappola come i topi, ecco la fine che farebbero»

LUMACONI DAL SOFFITTO – Non va meglio al Nord. Una mamma denuncia da Milano: «Liceo Scientifico Marconi, nuova sede appena consegnata. Già presenti evidenti problemi per muri che “si muovono”, pioggia che si infiltra lungo le pareti. Temiamo che non ci sia soluzione visto che il liceo ha lasciato in tutta fretta la vecchia sede per termine del contratto di affitto e quindi il nuovo edificio si è rivelato essere l’unica soluzione per permettere agli studenti di frequentare». Un’altra madre milanese: «All’Itc Falcone di Corsico l’anno scorso in classe di mia figlia cadevano i lumaconi dal controsoffitto, che in alcuni punti era rotto. Alle lamentele dei ragazzi il preside rispondeva che la cosa dipendeva dall’umidità. E ogni volta che piove, in corridoio ci sono i secchi di raccolta pioggia».

ALTRI CROLLI – Non mancano i racconti di altri crolli avvenuti a scuola, fortunatamente senza conseguenze. Graziano scrive: «Anche a Codogno (Lo) è crollato un pavimento della scuola elementare “Anna Vertua Gentile”. Fortunatamente nessuno si è fatto male seriamente e dopo circa 2 anni la scuola non è ancora agibile». Fabio: «Al liceo Melchiorre Gioia di Piacenza quattro anni fa è crollato il soffitto di un’aula in una classe quinta del Linguistico; fortunatamente la classe era impegnata in un’uscita didattica e nessuno era all’interno al momento del crollo». Cesare: «Campus Biomedico a Roma. Esattamente un anno fa (31 ottobre 2007), esattamente come a Rivoli, il controsoffitto di un’aula (la P15) al Campus Biomedico a Trigoria è crollato durante la pausa tra le lezioni».

PARETI CHE «VANNO VIA» – Alcuni genitori parlano di «scampato pericolo»: come se mandare i propri figli a scuola fosse diventato un azzardo. «Mio figlio ha studiato al liceo scientifico “E.Fermi” di Alghero. Tre anni fa, durante l’attesa per entrare al colloquio con un professore, mi sono poggiata ad una parete nel corrioio del pianoterra e l’ho sentita “andare” via. La signora dietro a me, vedendo il mio stupore e sgomento, ha commentato: “Signora, non sapeva che l’edificio è in cartongesso?”. I restanti tre anni ho pregato tutti i giorni che non crollasse, che mio figlio uscisse diplomato e vivo da quella scatola. Ora mi sento una delinquente alla pari col progettista e con i costruttori per non aver denunciato. E non voglio più stare zitta aspettando una tragedia come quella di sabato scorso».

«NON È UNA FATALITA’» – «Crolla il tetto di un liceo a Rivoli, uno studente perde la vita ed ecco che tutti si accorgono che la manutenzione nelle scuole pubbliche non funziona. Una tragica fatalità, come sostiene qualcuno? – si chiede Anna – Non a quanto risulta a noi». Segue un esempio concreto, l’ennesimo: «La scuola elementare “E.Fermi” di via Carnia 32, a Milano, nuova, edificata solo da 16 anni si è allagata qualche settimana fa, e non in occasione di un evento climatico eccezionale. È bastato semplicemente che piovesse per 2-3 giorni e le classi quinte, che si trovano all’ultimo piano dell’istituto, sono state costrette (e lo sono tuttora) a seguire le lezioni nell’androne».

«NON USARE LE SCALE» – Sulla scuola media statale “Traverso” di Busalla (GE): «Da anni – racconta C. – le scale all’interno della scuola sono state dichiarate pericolanti. Invece di provvedere alla ristrutturazione, sono stati affissi cartelli che ne vietano l’uso. Gli studenti possono accedere al piano superiore da un nuovo ingresso che è stato realizzato sul retro, ma per raggiungere alcune aule non esiste altro modo se non attraverso quelle scale. E infatti i ragazzi le percorrono quotidianamnte. È stato detto che se le scale vengono usate da una sola classe per volta non ci “dovrebbe” essere pericolo. Ma stiamo scherzando? Possiamo permettere che venga usato il condizionale in un caso del genere?». Scuola media “Mauri” a Milano: «Da un paio di settimane – sostiene Mario – in una classe all’ultimo piano i bambini di una seconda sono stati fatti “spostare” in un’area della classe perché le infiltrazioni, dovute alla pioggia, rendono “insicuro” il soffitto nell’altra! Ciò sino a settimana scorsa ha generato in noi genitori stupore e direi indignazione, oggi a questi sentimenti si accompagna una certa dose di preoccupazione». Scuola “Sergio Laghi” (primaria e dell’infanzia) di Trieste: «La struttura trema ogni volta che i bambini camminano in corridoio e quando passa il carrello della mensa, più volte è piovuto in classe e hanno spostato i banchi. Quando soffia bora forte tremano i pavimenti». Firmato: una mamma preoccupata. Una delle tante.

«A scuola si gioca a dadi con la morte» Le denunce dei lettori dopo Rivoliultima modifica: 2008-11-26T12:41:23+01:00da
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