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Terrore a Mumbai: oltre 100 vittime Morto un italiano. Riuscito il blitz al Taj

La firma dei Mujahiddin del Deccan. PREMIER INDIANO: azioni con «basi all’estero». Sette italiani, tra cui una bimba, fra i 200 ostaggi ancora all’Oberoi, dove è in corso un’operazione per liberarli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MUMBAI – Da ore a Mumbai è l’inferno. In ventiquattr’ore sono morte almeno 125 persone e 327 sono rimaste ferite, in un catena di attentati coordinati che hanno colpito alcuni dei centri nevralgico della città. Nella notte indiana, i corpi d’elite hanno continuato a perlustrare palmo a palmo il Taj Mahal, ormai privo di ostaggi e dove sono stati uccisi tutti i terroristi. Ma rimangono gli ultimi focolai della resistenza terroristica: l’albergo Oberoi – dove tra gli ostaggi, ci sono anche 7 italiani, tra cui una bimba di sei mesi – e il centro ebraico Chabad House. Dunque, per la seconda notte consecutiva i commandos delle forze speciali si confrontano con i terroristi per trarre in salvo le decine di stranieri nascosti nelle stanze dell’albergo Oberoi o tenuti ancora in ostaggio. L’assalto finale all’Oberoi non è ancora avvenuto; probabilmente per le forze indiane ritengono ancora troppo alti i rischi di un bagno di sangue. Ma operazioni mirate si sono susseguite durante le ultime ore e i commandos indiani hanno tratto in salvo 39 ostaggi durante «le operazioni di rastrellamento» all’interno dell’edifico. Ne ha dato notizia la polizia senza specificare la nazionalità delle persone tratte in salvo. Tra i 39 tratti in salvo ci «sono anche alcuni stranieri», ha riferito un aiutante del capo della polizia di Mumbai, A N Roy, aggiungendo che si trattava di persone nascoste nelle loro stanze sin dall’inizio l’attacco. «Ma non possiamo ancora dire – ha aggiunto – di aver eliminato tutti i terroristi al 100 per cento».

LA VITTIMA ITALIANA – C’è anche un italiano, Antonio Di Lorenzo, tra i circa 125 morti e 327 feriti degli attacchi terroristici a Mumbai, la capitale economica dell’India colpita mercoledì sera da una serie simultanea di attacchi ad alberghi, stazioni e siti turistici. La Farnesina ha reso noto il decesso del connazionale attraverso un comunicato e il premier Silvio Berlusconi ha espresso il cordoglio suo e del governo alla famiglia di de Lorenzo. Il connazionale, un uomo d’affari di passaggio nella città indiana, è morto all’interno dell’hotel Oberoi, secondo quanto riferito dal console Rugge (audio). Il ministro degli Esteri Frattini ha spiegato che Di Lorenzo è stato ucciso da una granata lanciata dai terroristi. La vittima era un cittadino livornese (nato a Roma ma residente a Livorno dal ’72). Il sindaco Alessandro Cosimi, ha espresso il cordoglio, «suo personale e della città, alla famiglia: al figlio Massimiliano, anch’egli a Mumbai, alla moglie Emilia Piera ed all’altro figlio Gabriele, che invece si trovano a Livorno».

 

I DUBBI SULLA RIVENDICAZIONE – Gli attacchi sono stati rivendicati dai Mujaheddin del Deccan, un gruppo estremista finora sconosciuto, ma secondo il premier indiano Manmohan Singh avrebbe «basi all’estero». Ma sull’identità dei terroristi e il loro disegno, i dubbi sono ancora moltissimi. Secondo un’indagine preliminare delle autorità indiane, i terroristi potrebbero essere di nazionalità pachistana. Ne è convinto anche un alto ufficiale dell’esercito pakistano mentre il ministero della difesa di Islamabad ha detto che il suo Paese non ha giocato alcun ruolo negli attentati. «Abbiamo indizi che i responsabili sarebbero arrivati a Mumbai in barca e che siano cittadini pachistani» ha detto una fonte militare al Times of India. Nel 2008 è comparso nella mappa del terrorismo indiano il gruppo Mujaheddin indiani, che ha rivendicato due serie di attentati, i primi il 13 maggio nel mercato di Jaipur, con un bilancio di 63 morti e 216 feriti, e gli altri il 30 ottobre nello stato dell’Assam, con 76 morti.

BLITZ AL TAJ – In mattinata era scattato il blitz dei commandos dell’esercito e dei corpi antiterrorismo indiani: la polizia è riuscita a riprendere il controllo dell’hotel Taj Mahal e tutti gli ostaggi presenti nella struttura sono stati liberati (anche se nell’albergo, di nuovo in fiamme, si sono sentiti diversi colpi d’arma da fuoco). Sono stati effettuati anche diversi arresti dei presunti terroristi. In serata però le autorità indiane hanno detto che uno di loro, anche se ferito, è ancora nascosto all’interno dell’hotel.

TRE ARRESTATI, TRA CUI UN PAKISTANO – Le forze di sicurezza indiane hanno annunciato di aver arrestato al Taj Mahal hotel tre sospetti terroristi, tra cui uno di nazionalità pachistana. Il pachistano è stato identificato come Ajmal Amir Kamal, residente a Faridkot in Pakistan. Le fonti hanno aggiunto che i sospetti terroristi sono membri dell’organizzazione “Lashkar-e-Taiba”, un gruppo basato in Pakistan legato a Al Qaeda, reponsabile in passato, tra l’altro, dell’assalto al parlamento indiano nel 2001.

BLITZ ALL’OBEROI, INCENDIO AI PIANI ALTI – Nel pomeriggio è scattato invece il secondo blitz all’Oberoi Tridenti, dove sono tenute in ostaggio circa 200 persone (fra cui sette italiani). In prossimità della struttura sono stati sentiti nuovi spari: i colpi d’arma da fuoco provenivano dall’ala nord ovest dell’hotel, dove negli ultimi piani è scoppiato un incendio. Una settantina di ostaggi sono stati rilasciati, tra cui due turchi. Tra gli ostaggi ci sono 15 membri di un equipaggio dell’Air France. Le notizie sono ancora confuse anche se è stato dichiarato che 70 persone sono state evacuate dal complesso alberghiero. È quanto riporta la versione online del quotidiano Times Of India. In serata si sono anche viste fiamme uscire dai piani alti. Il fuoco, che ha avvolto alcune stanze, sembra essere scoppiato al quarto piano.

GLI OSTAGGI ITALIANI – Gli italiani bloccati all’Oberoi sono sette. Tra gli ostaggi che non sono riusciti a lasciare l’ hotel Oberoi-Trident ci sono una fiorentina, un romano ed un milanese. A rivelarlo è Alessandro Augier, general manager dell’ Hotel Principe di Piemonte di Viareggio, che ha lasciato l’ albergo pochi minuti prima dell’ attentato. Secondo quanto riferito dall’ albergatore gli italiani sono: Angelica Bucalossi, di Firenze, il suo compagno, Fulvio Tesoro, di Roma e Arnaldo Sbarretti, direttore dell’ Hotel Galles di Milano». A questi tre bisogna aggiungere una donna con la figlia di sei mesi (il marito lavora come chef nella struttura), e i coniugi Patrizio Amore, 64 anni, e Carmela Zappalà, 50, genitori di un ispettore di polizia. «Dovevano trascorrere a Mumbai l’ultima parte del loro viaggio in India, cominciato dieci giorni fa. Li ho sentiti al telefono e mi hanno rassicurato sul loro stato di salute», ha detto il poliziotto. Mamma e figlia, invece, secondo alcune voci sarebbero state liberate, ma non c’è conferma ufficiale. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sapere di seguire con preoccupazione, attenzione costante e apprensione per la sorte degli italiani coinvolti.

ESPLOSIONI AL CENTRO EBRAICO – Due violente espplosioni si sono udite a Mumbai, dove ormai è l’alba di venerdì, non lontano dal centro ebraico dove si ritiene che siano ancora asserragliati almeno due terroristi, insieme a un numero imprecisato di ostaggi. Lo ha riferito un corrispodente dell’agenzia France Press. Le esplosioni sembravano provenire da un’area all’interno della Chabad House. La polizia e i commandos dell’esercito hanno circondato la zona e non forniscono indicazioni su quel che sta avvenendo. Un diplomatico israeliano presente sul posto poco prima aveva detto di non sapere quanti fossero gli ostaggi ancora intrappolati all’interno.

GLI OBIETTIVI DEGLI ASSALTI – I siti colpiti dagli attacchi terroristici simultanei nella città indiana sono stati almeno dieci. Esplosioni ci sono state all’hotel Taj Mahal, all’hotel Oberoi e alla Nariman House, dove anche un rabbino, Gavriel Holtzberg, è tenuto in ostaggio. Gli attentati hanno preso di mira i due alberghi più lussuosi della città e i locali frequentati dai turisti. La tv ha mostrato le immagini delle fiamme che hanno invaso la hall dell’hotel più famoso della città, il Taj Mahal. Vi sono state anche sparatorie vicino ad alcuni edifici dell’area di Colaba-Nariman Point, dove si trovano gli alberghi e altri luoghi frequentati dai turisti, tra cui molti italiani, come il pub Leopold’s. Esplosioni e spari sono stati avvertiti anche a Mazgaon, la stazione di scambio della metropolitana e nell’area di Crawford market. Un testimone britannico ha riferito mercoledì sera che i terroristi cercavano chiunque avesse un passaporto britannico o statunitense. Il cittadino inglese che si trovava all’hotel Oberoi quando hanno fatto irruzione uomini armati, ha riferito alla televisione Sky News che un italiano è stato lasciato andare dopo che i terroristi erano venuti a conoscenza della sua nazionalità.

 

Terrore a Mumbai: oltre 100 vittime Morto un italiano. Riuscito il blitz al Tajultima modifica: 2008-11-28T00:01:47+01:00da
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