La strage in india. Attacco fallito in aeroporto. Uccisi gli ultimi tre terroristi nell’hotel Taj Mahal. Bilancio provvisorio: 195 morti e quasi 300 feriti
Soldati indiani |
VITTIME – Il bilancio aggiornato degli attacchi è di 195 morti e 295 feriti. Lo ha riferito il capo dell’unità per le emergenze della città indiana. Il numero degli stranieri rimasti uccisi sale a 26 (tra loro l’italiano Antonio De Lorenzo). Ma secondo le autorità, il tragico bilancio delle vittime è destinato ad aggravarsi. Un vigile del fuoco impegnato nelle operazioni ha detto che «ci sono decine di corpi su un solo piano» dell’hotel Taj Mahal. Gli ostaggi liberati dal Taj Mahal e dall’Oberoi Trident sono in totale 610.
RITORNO A CASA – Nel frattempo 19 italiani provenienti da Mumbai sono arrivati all’aeroporto parigino di Charles de Gaulle per essere imbarcati su voli Alitalia diretti a Roma e Milano. Lo ha annunciato Cesare Morbelli, console d’Italia a Parigi, che era sul posto ad attenderli.
PREPARAZIONE – Secondo le ultime informazioni, alcuni terroristi avevano soggiornato all’hotel Taj Mahal alcune settimane e addirittura alcuni giorni prima dell’assalto all’albergo. Il «Times of India» rivela che mesi fa i terroristi avevano anche affittato un appartamento in città, fingendosi studenti. La notizia spiegherebbe così la perfetta conoscenza dei luoghi dimostrata dai terroristi mentre si muovevano negli alberghi e nei locali di Mumbai. Non solo. Sempre secondo il «Times of India», i terroristi che hanno preso d’assalto la città di Mumbai avevano un piano per far saltare in aria il Taj Mahal Hotel. Apparentemente gli attentatori disponevano di esplosivo sufficiente allo scopo. Secondo le tv indiane, i terroristi avevano l’intenzione di «ridurre ad un cumulo di macerie» il Taj hotel e di replicare il disastro del Marriott ad Islamabad dello scorso settembre. Le rivelazioni, stando al «Times of India», sono state attribuite al terrorista catturato: Azam Amir Kasav, di 21 anni, proveniente dal Faridkot pachistano. Azam, insieme a un altro uomo, era tra coloro che hanno aperto il fuoco alla stazione centrale di Mumbai, uno dei siti della città bersaglio degli attentatori. Durante l’operazione Azam ha anche ucciso un ispettore di Polizia, scrive il giornale.
ADDESTRATI IN PAKISTAN – Proprio Kasav, afferma il sito web del “The Indian Express” che avrebbe avuto “accesso ai dettagli degli interrogatori”, avrebbe ammesso davanti agli investigatori indiani di essere un membro del gruppo fondamentalista pachistano Lashkar-e-Tobia (LeT), operativo in Kashmir, e di essersi addestrato in due campi in Pakistan. Anche fonti di intelligence americane, citate dal “New York Times”, rivelano che i primi elementi indicano che dietro gli attacchi di Mumbai c’è il Lashkar-e-Taiba, mentre la stampa britannica riporta inoltre la notizia secondo cui alcuni dei terroristi avevano forti legami con cellule britanniche. Il governo di New Delhi ha intanto ribadito le accuse contro Islamabad e per tutta risposta il Pakistan ha deciso di non inviare più in India il capo dei servizi segreti di Islamabad (Isi), il generale Ahmed Shuja Pasha, per collaborare all’inchiesta sugli attentati. In India andrà, invece, un semplice rappresentante, secondo quanto comunicato dal gabinetto del primo ministro Yousuf Raza Gilani.
IN AEROPORTO – Gli attentatori volevano colpire anche l’aeroporto. Secondo quanto riporta l’Agi, che rilancia il “Times of India”, poco prima che avessero inizio gli assalti in città, tre terroristi hanno preso un taxi portandosi dietro abbastanza esplosivo per far saltare in aria un intero edificio. Il «Times of India» ha rivelato che l’autista evidentemente non conosceva la nuova strada che immette direttamente all’aeroporto Sahar e ha imboccato una sopraelevata, dove si è dovuto fermare per il semaforo rosso. I terroristi gli hanno urlato di passare lo stesso, ma ormai era troppo tardi: la vettura è saltata in aria e tutto ciò che è rimasto degli occupanti sono una testa mozzata e i frammenti di tre gambe. Senza quella deviazione, quasi certamente il bilancio di questo che è stato ribattezzato l’11 settembre indiano sarebbe stato ancora più tragico.
LA RICOSTRUZIONE – L’orrore, a Mumbai, ha inizio mercoledì 26 novembre poco dopo le 22.30 locali (le 18 in Italia): uomini armati di mitragliatori e granate lanciano una serie di attacchi coordinati. Tra i luoghi colpiti la stazione centrale, un ospedale e due hotel di lusso, il Taj Mahal e l’Oberoi/Trident. Gli assalitori prendono in ostaggio decine di persone negli hotel (tra i quali anche alcuni italian). Giovedì, verso le 3, un gruppo che si fa chiamare “I Mujaheddin del Deccan” rivendica gli attentati. Tutta la notte lo scontro a fuoco contrappone le forze di sicurezza indiane agli uomini armati attorno ai due hotel. Verso mezzanotte, le autorità annunciano che tutti gli islamici presenti all’hotel Taj Mahal, salvo uno, sono stati uccisi dalla polizia e dai commando indiani, e che le operazioni proseguono all’Oberoi. Venerdì, verso le 7.30, i soldati delle forze speciali si calano da un elicottero sul tetto di un centro religioso ebraico di Mumbai, dove i terroristi hanno preso degli ostaggi. In mattinata le forze indiane proseguono le loro operazioni: almeno 93 persone, in maggioranza cittadini stranieri, sono liberati all’Oberoi più di 36 ore dopo gli attacchi. Alle 14.30, l’hotel Oberoi è sotto controllo. Ventiquattro cadaveri ritrovati, secondo la polizia. Alle 17.30, l’esercito lancia un assalto al Taj Mahal, per neutralizzare gli ultimi estremisti. Verso le 19: fine dell’intervento delle forze speciali indiane al centro religioso ebraico ortodosso, dove gli islamici detenevano degli ostaggi. Sei israeliani trovati senza vita. Tra gli altri stranieri uccisi negli attentati si conteranno poi almeno cinque americani, due francesi, altrettanti canadesi e un italiano. Alle prime ore di sabato i commando indiani proseguono le operazioni per riprendere il controllo del Taj Mahal, all’interno del quale sono ancora asserragliati due o tre estremisti armati. «È l’assalto finale», indica poco dopo il capo della polizia Hassan Gafoor. Verso le 8.30, l’annuncio che gli attacchi su Mumbai sono terminati e che tutti gli estremisti sono stati uccisi.